Il tam tam in città: il presidente del Napoli avrebbe acquistato il club che fu dei Matarrese e che ora è fallito. L’avrebbe sottratto a Lotito
e vedere di nascosto l’effetto che fa
Può succedere che a quasi settant’anni il desiderio di un uomo sia quello di essere amato. O quantomeno apprezzato. È quel che accadrebbe ad Aurelio De Laurentiis se acquistasse il Bari Calcio o, come dicono nella città di corso Cavour, la Bari. La squadra di calcio, nella terra che fu dei Matarrese, è declinata al femminile. Una società gloriosa che ha portato i libri in tribunale. Proprio come il Napoli quattordici anni fa. Era l’estate del 2004. Una stagione che il Napolista ripercorse l’estate del decennale. Un superbo lavoro di archivio da parte del Ciuccio. Una pagina che la città che non vuole ricordare. Città che oggi critica aspramente l’uomo che l’ha portata a diventare la seconda squadra d’Italia nonché in seconda fascia di Champions League.
In pole c’era Lotito
Ma non perdiamoci in chiacchiere. A Bari, corso Cavour o Barivecchia che sia, non si parla d’altro. Di Aurelio De Laurentiis che avrebbe acquistato la squadra che fu di Cassano, di Maiellaro, di Cowans e Rideout, di Fascetti e Materazzi padre, di Protti e Tovalieri, di Eninnaya fantasma di una sera, di Perrotta e di tanti altri. Il tam tam ha preso in piede in città. Non si parla d’altro. Aurelio De Laurentiis avrebbe sottratto la polpetta dal piatto di Claudio Lotito diventato suo acerrimo rivale.
A Napoli farebbero fatica a capire quanto i baresi sperano che la spunti Aurelio. Già sognano che la Bari segua il percorso del Napoli. Da noi, i tifosi con la mangiatoia bassa ironizzano sull’epoca che fu, quando non c’erano i palloni, teorizzano una grandeur che a Napoli non c’è mai stata. Tranne quando c’era lui: Diego Armando Maradona. Napoli sogna Cavani, Bari sogna De Laurentiis.
De Laurentiis avrebbe acquistato la società che fu dei Matarrese. Un nobile club del Sud Italia, ormai caduto in disgrazia. Uno stadio faraonico costruito per Italia 90, disegnato da Renzo Piano, che ospitò la finale per il terzo posto vinta dall’Italia contro l’Inghilterra. Stadio che ha visto rare pagine di storia, una fu certamente quel Bari-Inter 2-1 con Eninnaya e Cassano.
A Bari stanotte non dormiranno, si chiamano l’un l’altro per cercare conferme. Il loro ideale è Aurelio De Laurentiis presidente. Un investimento che, se confermato, farebbe parecchio discutere, a Napoli (per ovvie ragioni) ma non solo. L’ex uomo del cinema diventerebbe proprietario delle due società di calcio più importanti del Sud. Sarebbe una mossa di grande acume politico. Una dichiarazione di forza economica con cui il mondo del calcio dovrebbe fare i conti. Non sarebbero più solo schermaglie dialettiche tra il Palazzo e De Laurentiis.
Il Bari, pardon la Bari, ha una storia che non è soltanto calcistica. Lotito ha dichiarato di aver chiuso l’ultimo bilancio della Lazio in attivo di quasi cinquanta milioni di euro. De Laurentiis in passivo di quindici eppure viene contestato (platealmente dagli ultras, meno platealmente da tanti volti noti della città: qui sul Napolista avrete sicuramente del fenomeno del papponismo, fondamentale per capire la città). Chissà che non abbia visto nella Bari una terra dove poter ripartire. E ascoltare una parola che a Napoli hanno dimenticato: “grazie”. Oltre a vedere l’effetto che fa davanti alle facce del calcio italiano. Ma la notte a Bari è ancora lunga.