Il presidente federale Tapia smentisce l’ammutinamento, Mascherano ammette una riunione interna dai toni aspri, ma senza esagerazioni
Le parole dal ritiro
Conferenza stampa modello “acqua sul fuoco” dal ritiro dell’Argentina, dopo le indiscrezioni della stampa sull’ammutinamento della squadra nei confronti del ct Sampaoli. Il primo a prendere la parola è il presidente federale Claudio Tapia, le sue parole sono riportate dalla Gazzetta dello Sport: «Gran parte di quello che avete scritto non corrisponde a verità, è una bugia. Avete visto stamattina l’allenatore dirigere e i giocatori lavorare sul campo. Il destino ci ha dato un’altra possibilità e vogliamo sfruttarla per i tifosi e per tutta l’Argentina, gli unici che non vogliono danneggiare l’immagine di questa squadra».
«Voi media rappresentate davvero il quarto potere, e c’è modo e modo di esercitare questo potere. Non dimenticate che siete comunicatori, ma usando questa funzione spesso trascendete, mettete dubbi. Ora dobbiamo dimostrare tutti di essere dei veri argentini».
Le parole dei calciatori
Ha parlato anche Javier Mascherano, indicato da più parti come “capo” della rivolta: «Se siamo in questa situazione è perché abbiamo fatto tanti errori. Però tutto questo chiacchiericcio intorno a noi non ci fa bene. Non aiuta mai, specialmente quando si parla di divisioni interne e non di unità».
L’ex centrocampista del Barcellona ha ammesso un confronto dai toni accesi, ma secondo la sua ricostruzione non si è andato oltre: «Abbiamo avuto sì una riunione con l’allenatore, ma solo per portare ognuno il suo contributo, ma con al centro solo il calcio. Con Sampaoli i rapporti sono normali». Lucas Biglia, invece, ha provato a dare una spiegazione tattica: «Quando cambi giocatori e schema in tempi brevi, è normale che qualcosa non funzioni. Tutta la spazzatura che ci tirate addosso ci colpisce».