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La peggior stagione di Marek Hamsik

Tra cifre e sensazioni, l’annata contraddittoria di Marek Hamsik: dov’è il blocco che ha caratterizzato gli ultimi mesi?

La peggior stagione di Marek Hamsik

Le cifre, e oltre le cifre

Basterebbe confrontare le statistiche delle ultime due stagioni per rendersi conto del passo indietro fatto da Marek Hamsik. Il capitano del Napoli, nell’annata 2016/2017, ha messo insieme 12 gol, 10 assist e una media di due passaggi chiave a partita. E abbiamo limitato la rilevazione alle sole partite di Serie A (ovviamente, 38 su 38 di cui solo una da subentrato). Nel campionato ancora in corso, tre partite alla fine e uno score composito decisamente peggiore: 6 gol fatti, un solo assist decisivo e 1.4 passaggi chiave per match.

In realtà, il punto su Hamsik sta nelle sensazioni rispetto a questa sua stagione. Rispetto a un ritardo di condizione chiaro e perenne, visibile, percettibile anche al di là delle continue sostituzioni di Sarri. Anche quelle sono una spia, se vogliamo: il tecnico del Napoli l’ha sempre difeso, l’ha sempre definito «un fuoriclasse al quale non rinuncio». Pensare che un allenatore possa cambiare idea appena scatta il quarto d’ora del secondo tempo è pura fantasia. Quindi, deve esserci qualcosa che non va in Marek Hamsik.

Un problema suo

Sì, perché le partite positive si contano sulle dita di una, massimo due mani. Un po’ come i gol segnati: il periodo in cui ha superato Maradona come cannoniere di tutti i tempi, allora abbiamo visto un Hamsik convinto e convincente. E poi, in poche altre occasioni. Per il resto, partite mai finite o comunque smozzicate per la prestazione, e soprattutto tre sostituzioni in ingresso, tre match in cui non ha iniziato da titolare. Un caso, considerando lo stakanovismo di Marek. In campionato, è successo contro Atalanta, Roma e Sassuolo. Sembra poco, per lui è tanto. È un altro segnale rispetto a un motore che non è riuscito ad andare a regime in quest’annata contraddittoria.

Il paradosso è che il problema di Hamsik si è limitato ad essere di Hamsik e basta. Cioè, nel frattempo che Marek ricercava e poi smarriva di nuovo la condizione fisica, il Napoli era in testa alla classifica. Vinceva partite su partite, fino a dieci consecutivamente (record nella storia del club) e senza dover far troppo affidamento sulla qualità di uno dei suoi migliori calciatori. O meglio: Hamsik c’era, ma era una copia un po’ sbiadita rispetto al calciatore centrale della scorsa stagione, del primo anno di Sarri. Anche nel 2015/2016 le cifre furono distanti dall’eccellenza, ma la centralità e la regia tecnica di Hamsik erano il centro motore del Napoli. Da lui sgorgava il gioco bellissimo che portò Higuain fino a 36 reti. Hamsik si fermò a 6, però con 11 assist decisivi. Come dire: le cifre non mentono quasi mai.

Il futuro

Siamo reduci dalla peggior stagione di Hamsik, ovviamente ci dispiace perché Marek è una parte importante nella storia del Napoli. Nella storia nuova, ma anche se non soprattutto in quella vecchia. È un peccato vederlo ridotto a una controfigura di sé stesso, se non per alcuni sporadici exploit.

Per noi, ma anche e soprattutto per lui, sarebbe bene capire quale e dove sia il blocco che ha caratterizzato gli ultimi mesi. Se parliamo di un declino organico, se invece è solo una questione di malanni fisici, o anche solo un crollo motivazionale rispetto al passato. Come dire: l’interesse di tutti è che Hamsik non rovini la sua storia con un’altra annata così, condizionata da una situazione non chiara – o quantomeno non chiarita. Vedremo come andranno le ultime tre partite della stagione, in che modo evolverà il progetto-Napoli e se avremo qualche spiegazione rispetto a un calo vistoso di un calciatore che ci aveva abituato al meglio. E che, proprio per questo, fa notizia quando non riesce a dare più il meglio di sé.

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