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Che fatica sul flipper del sintetico

Erba sintetica, emozioni vere. Come quelle che attraversano tutti i campi artificiali d’Italia e del mondo, quando la sera di un giorno qualunque con gli amici ci si gioca la pizza e il prestigio tecnico personale. Ci sono momenti in cui il tempo si ferma. E ieri sera, alle 20.45, la prima partita di Serie A di plastica ha tracciato un nuovo percorso e si è iscritta ufficialmente nella logica del cambiamento: basta gare sospese per pioggia o neve, stop agli alti costi di gestione, alle rizollature a tempo di record, ai costi vertiginosi, alle buche maledette. Si cambia: più qualità e durata del prodotto, più sicurezza, più spettacolo e colpi di scena, niente barriere nemmeno in tribuna come nei distinti del Manuzzi.
Effetto flipper
Di sintetico i 5mila tifosi del Napoli presenti al Manuzzi, ai gol di Lavezzi, Campagnaro e Hamsik, avranno notato poco. Come i dirimpettai del Cesena, quando Guana aveva ristabilito la momentanea parità. E allora che l’erba del vicino sia sempre più sintetica, si direbbe. Anche se, a dirla tutta, la recita offerta dai protagonisti sul nuovo terreno ha evidenziato elementi diversi dal solito, cui ci si dovrà abituare in fretta: il pallone schizza via veloce, più veloce di prima, eccome, il rimbalzo della sfera non sarà mai «naturale» come in passato,magrazie alla regolarità non riserva almeno sgradite sorprese, perché il filo d’erba calpestato ritorna subito nella posizione d’origine. E solo chi ha un controllo eccellente può approfittare al meglio dei ritmi esasperati del match, quando la palla sembra quella di un gigantesco flipper.
Opinioni
Cesena e Napoli sull’inedito palcoscenico hanno recitato al massimo delle possibilità. E, altro aspetto su cui riflettere, hanno speso più energie rispetto al solito: soprattutto perché il nuovo tappeto erboso impone una risposta fisica più immediata e continua. «L’erba sintetica ti stanca un po’ di più, almeno per quanto mi riguarda, il Cesena ha potuto provarlo di più», ha confermato l’azzurro Mario Alberto Santana, uscito poi nella ripresa. Ma, stanchi più o meno, i testimoni del nuovo corso hanno dimostrato alla fine come anche le innovazioni più ardite non snatureranno mai l’essenza del calcio: cioè lo spettacolo che sa offrire su qualsiasi terreno. Chi c’era, ieri, si è divertito. Fino all’ultimo rimbalzo
(gazzetta dello sport)

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