È sempre più evidente che le tv sono un altro campo di gioco. La Juventus è partita prima su Netflix, ma noi abbiamo il presidente regista e una squadra e una città da raccontare
La sfida tv
Caro Napolista, è davvero il momento di Aurelio De Laurentiis.
La sfida a due in campionato non si giocherà soltanto sulla partita-Politano, perché c’è anche un altro campo da gioco: le nuove TV (Netflix e Amazon).
Guarda cosa è successo ieri in Lega: in buona sostanza la discussione è stata se il campionato italiano possa essere una “serie” alla Young Pope.
MediaPro, che ha offerto alla Lega di Serie A 950 milioni di euro, è infatti un produttore e distributore di contenuti, a sua volte parte del colosso Imagina Audio Visual, a sua volta pianeta della galassia WPP (quelli che hanno vinto la recente gara per la comunicazione pubblicitaria mondiale di FCA).
Guarda caso, la Juventus (e qui arriviamo sempre a loro) ha annunciato che dal 16 febbraio sarà in onda su Netflix con una docu-serie offerta a 104 milioni di iscritti in 190 Paesi.
Sarri come Ashton Kutcher
E qui, invece, arriviamo al Presidente.
Chi meglio di lui saprebbe convertire in linguaggio generalista una serie ambientata nella nostra Napoli, meraviglioso teatro a cielo aperto?
Maurizio l’allenatore come Ashton Kutcher in “The ranch”, Marek il capitano come Jeremy Clarkson in “Tha Grand Tour”.
Vendita mondiale e distribuzione via Amazon (90 milioni gli abbonati al servizio Prime Video negli USA), giusto perché su Netflix sono andati gli “altri”.
Vada, De Laurentiis, vada: c’è una cine-panettonizzazione in corso su quelle piattaforme che, nella fase pionieristica, avevano agganciato un pubblico di nicchia. Ora è un’altra storia.
Dallo streaming d’essai al ballon d’essai: accediamo a questa TV e accendiamola. Come sempre, Forza Napoli.