«Ha trasmesso messaggi sbagliati in vigilia, quando ha detto che non era questa la partita da vincere per qualificarsi»
Come se faccia di cazzo ai Parioli o a Brera (o nei giornali) non si dicesse
Nella cronaca della partita, affidata a Sebastiano Vernazza, la Gazzetta attacca duramente Sarri. Va ben oltre i suoi effettivi errori e non rinuncia a bacchettate in nome di un presunto bon ton. Non hanno gradito la frase sulle facce di cazzo, definita “volgarità da campetto di periferia” come se facce di cazzo non si dicesse anche ai Parioli, o a Brera oppure nelle redazioni dei grandi giornali (o presunti tali). Mah. La Gazzetta bacchettona ci mancava.
Obiettivo nell’analisi della gara, quantomeno dell’avvio: “La verità è una e incontrovertibile: la squadra di Sarri ha sbagliato l’approccio alla partita e la sveglia a suoneria ritardata ha salvato l’onore e la faccia, ma non è bastata per rimettere insieme i cocci di un disastroso inizio. Seconda sconfitta consecutiva in trasferta nel gruppo di Champions, la strada si fa dura”.
Critiche al turn over
Scrive – giustamente – che “il City ha una purezza tecnica più elevata e l’ha fatta valere nei primi trenta minuti, quando il Napoli è stato schiacciato davanti a Reina come mai gli era capitato durante l’era Sarri”.
Decisamente meno comprensibile la critica alle dichiarazioni della vigilia di Sarri.
L’allenatore azzurro ci ha messo del suo, nel brutto avvicinamento alla gara. Ha trasmesso messaggi sbagliati in vigilia, quando ha detto che non era questa la partita da vincere per qualificarsi e quando ha usato una volgarità da campetto di periferia per caricare la squadra. Ha concesso alibi ai giocatori nel subconscio e nel contempo li ha sovraeccitati. Segnali contraddittori. Sarri ha poi ceduto alla tentazione del turnover: Jorginho e Allan in panchina, Diawara e Zielinski al posto loro. La conferma, neppure troppo implicita, di quel che si sospetta: prima lo scudetto, il resto mancia. Più importante l’Inter che verrà sabato del City affrontato ieri.