Non c’è manovra che tenga, la festa di San Gennaro non può essere spostata in altra data. La diocesi di Napoli ha diffuso oggi un comunicato – negli ambienti della Curia si sussurra che rispecchi in pieno il pensiero dell’arcivescovo della chiesa partenopea, il cardinale Crescenzio Sepe – col quale si auspica che alla «fine prevalga il buon senso». La spiegazione è chiara: il prodigio avviene da secoli nel giorno del santo patrono, ovvero il 19 settembre, e la liquefazione non è determinata «per mano o volontà dell’uomo». In altre parole san Gennaro fa il miracolo in «quel giorno» e non in altri giorni che potrebbero essere stabiliti per decreto, secondo quanto è stato ventilato nell’ambito della manovra economica per ridurre le spese. Dunque la notizia che il governo sia intenzionato a cancellare o a spostare di data le feste dei santi patroni ha già messo in allarme i fedeli di San Gennaro. E in prima fila – ci sono come sempre – le «parenti di San Gennaro», le donne che ritengono di avere un rapporto particolare col santo e che durante le preghiere non si fanno scrupolo di usare espressioni abbastanza forti – come «faccia ingialluta» – per chiedere allo stesso santo di fare presto. «La festa di san Gennaro non si terrà più il 19 settembre? E chi lo ha deciso»: hanno detto, appena appresa la notizia. La Curia di Napoli auspica che alla «fine prevalga il buon senso» e assicura i fedeli che «nessuna manovra politica e finanziaria, pur rispettabile, potrà mutare la storia e coartare in qualche modo la volontà del nostro santo patrono». La festa di San Gennaro, dicono in diocesi, «resta fissata per il 19 settembre e per il corrispondente giorno della settimana», pur nella consapevolezza che bisogna adottare «le opportune misure finanziarie che la delicatezza e la serietà del momento impongono». Ma San Gennaro a Napoli si festeggia ben tre volte nel corso dell’anno: il 19 settembre, la data del martirio; la domenica che precede la prima domenica di maggio, in ricordo della prima traslazione, ed il 16 dicembre, in ricordo dell’eruzione del 1631. In tutte e tre le occasioni avviene il prodigio della liquefazione del sangue, seguito con fervore dai fedeli perchè lo ritengono un buon auspicio per le sorti della città. (ANSA)
Il cardinale Sepe contro Tremonti: «San Gennaro non si tocca»
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