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Fassone mi ha assicurato che gli abbonamenti ci saranno

La scorsa settimana verso le 21 passeggiavo per il centro di Napoli quando, arrivato all’altezza di via dei Mille, ho visto due uomini fermi a discutere sul marciapiede di fronte. L’uomo rivolto con lo sguardo verso il marciapiede su cui passeggiavo ha subito catalizzato la mia attenzione perché la sua tempia e il sorriso a 32 denti era inconfondibile: si trattava del D.G. del Calcio Napoli, Marco Fassone.

Chi mi conosce bene sa che il mio provare ad essere sempre sorridente e gioviale, sempre pronto a sdrammatizzare tutto con una battuta, non è altro che una tecnica di auto-difesa, che mi porto dietro fin dalla tenera età, per combattere la mia profonda timidezza e il mio modo di essere introverso e riservato.

Tutto questo per dire che sono stato fermo per dieci minuti a sfogliare la margherita del se vado o non vado, gli parlo o non gli parlo. Non potevo farmi sfuggire l’occasione per dire direttamente ad uno dei massimi dirigenti del Calcio Napoli ciò che ho scritto nella mia lettera aperta al presidente De Laurentiis sull’annunciata intenzione di abolire gli abbonamenti. E’ un argomento che continua a starmi a cuore perché dalla società ancora non sono arrivati ulteriori segnali di chiarimento e neppure le parole del Presidente di queste ore svelano cosa si voglia realmente fare. Tra l’altro, dopo tanto discutere sulla stampa cittadina, nelle radio e non solo, ho constatato personalmente che tanti amici e conoscenti condividono le preoccupazioni e il disappunto espressi nel mio pezzo, rimanendo anche piacevolmente sorpreso che, pur non lasciando commenti, in molti leggono il Napolista.

Pertanto mi sono fatto coraggio, ho attraversato la strada e, arrivato a un metro, gli ho teso la mano sorridendo, ma ho avuto solo il tempo di dire “ dott. Fassone…” che lui già me la stringeva rispondendo con il suo solito ampio sorriso. Appena ho continuato: “Permette una preghiera?”, il suo sorriso si è spento e l’espressione si è fatta seria probabilmente perché avrà immaginato che fossi il solito scocciatore venuto a chiedergli qualche biglietto omaggio, gadget o permesso per entrare a Castelvolturno. Tant’ è vero che, appena ho proseguito: “Dica al Presidente di fare gli abbonamenti perché così penalizza sia i tifosi storici che i nuovi e glielo dice uno che è abbonato da 35 anni consecutivi”, il suo volto è tornato ad illuminarsi, magari perché avrà pensato di aver evitato qualche richiesta scomoda.
Di rimando mi fa: “Non si preoccupi, sa, il Presidente è un po’ arrabbiato perché non riesce a capacitarsi del fatto che in una piazza come Napoli quest’anno si siano fatti appena diecimila abbonamenti”.
Mi trattengo dal dirgli che già questa è una notizia non avendo, il calcio Napoli, mai diffuso ufficialmente il dato degli abbonati di quest’anno.
Gli ho risposto che il Presidente avrà anche le sue ragioni ma così facendo avrebbe danneggiato proprio quei diecimila che hanno rinnovato la fiducia e non solo per l’aspetto economico, che pure ha un peso non indifferente, ma anche sul piano del continuo stress settimanale per comprare i biglietti con i limiti e le insufficienze dell’attuale sistema di distribuzione.
Mi ha replicato: “ Stia tranquillo che li faremo, riavrà il suo posto, nessuno glielo toglierà”.

A quel punto, rinfrancato da quest’annuncio-affermazione, l’ho salutato cordialmente lasciandolo alla conversazione con il suo interlocutore che ha assistito divertito al nostro dialogo.

Considero Fassone e tutto il gruppo dirigente del Calcio Napoli persone serie e non ho dubbi che ci daranno la possibilità di fare gli abbonamenti; ma, per il modo con cui hanno dato l’annuncio delle intenzioni di abolirli, per poi dare ad intendere che se ci saranno potranno costare di più, mi vengono in mente le parole di Pierre Corneille scrittore e drammaturgo francese del 600 nonché sodale di opere del grande Molière: “La maniera di dare vale più di ciò che si dà”.

Peppe Napolitano

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