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Ho deciso, fondo un partito: l’Acs, acronimo di Aurè, cacc’e sord

Caro Direttore, scusa la presunzione ma intendo fondare un nuovo partito: si chiamerà Acs, Aurè Cacc’ e Sord’. Va da sé che mi autocandido alla presidenza. Ho preso questa decisione perché l’invito a “cacciare i soldi” sembra diventato tabù, come quelle parole bandite dal buonismo del politicamente corretto.
Sento continuamente discutere di bilanci, politiche societarie, strategie di gestione. Mi chiedo: ma ci fossimo rincoglioniti? Ci siamo dimenticati qual è il nostro unico obiettivo di tifosi? Allora ve lo ricordo io: sognare ad occhi aperti. Il Napoli serve ad allontanarci dalla vita vera, quella fatta di fatica quotidiana, problemi familiari, tensioni professionali, ansie personali. Per sognare occorre una squadra forte, quindi serve un mercato brillante.

Ora, l’asse De Laurentiis-Bigon ha prodotto finora i seguenti acquisti: Dossena, Cavani, Lucarelli, Dumitru, Yebda, Sosa, Cribari, Ruiz, Mascara, Fernandez, Donadel, Dzemaili, Rosati. Siate sinceri, amici Napolisti: quanti di questi nomi vi entusiasmano? Li considerate da Napoli, da Champions?

Lo so, lo so cosa pensate: “Con questa squadra siamo arrivati terzi, e poi se non era per Aurelio mo stavamo ancora in serie C, e tu te lo meriti Corbelli”. No, nessuno merita Corbelli e Naldi, anzi, dobbiamo ringraziare De Sparagniis perché ci ha tolto dall’inferno pagando un riscatto di 30 milioni. E anche se la visibilità che ne ha ottenuto è un valore incalcolabile, tutto quello che ha fatto imprenditorialmente è legittimo. I Fatti, termine caro ad alcuni, gli danno qualche torto e molte ragioni.

Però io temo che Aurelione sia come quel pullman che ti porta da un’oscura provincia a Fiumicino. Magari è un mezzo comodo, puntuale, con l’aria condizionata. Però con quello a Londra non ci arrivi, non ce la fa e se ce la fa ci mette un secolo.

Usciamo di metafora ed apriamo l’elenco delle doglianze: è possibile farsi scappare Criscito perché gli hai offerto un ingaggio da quattro soldi? Si possono perdere sette mesi per prendere un Ruiz qualsiasi? E cinquanta giorni per Uallarito Sosa? E due anni per prendere Inler? Poi, se Inler non arriva, si punta Palacios. Un po’ come andare al ristorante e chiedere: “Scusi, avete gamberoni freschi? No? Fa niente, mi porti delle alici surgelate…”

Possiamo stare qui a chiederci se è giusto o no appropriarsi dei diritti d’immagine? Possiamo, sì, perché lo stiamo facendo da due mesi. Allora vi espongo la mia linea. Cercate di seguirmi bene, perché il discorso sarà molto articolato: la storia dei diritti d’immagine è una cagata pazzesca. Fine del discorso. Sarebbe molto più semplice dire al giocatore: “non ti pago molto, ma ti do grande visibilità. Se diventi popolare ti arricchirai con gli sponsor”. Oppure, ma proprio a voler essere compiacenti con De Sparagnoniis: “I proventi dei contratti che hai in essere restano a te. Quelli che stipuli da oggi in poi vanno alla società”. Sì, c’è chi si è affannato a spiegare che il Napoli riconosce un extra etc etc. Ma come mai puntualmente le trattative si interrompono quando si arriva a questo cavillo dell’immagine?

De Laurentiis dice che lui vuole rivoluzionare il calcio, che i contratti sono assurdi, che in questo ambiente nessuno ci capisce niente e invece lui ha capito tutto. A me sembra il pazzo di una vecchia barzelletta, quello che prendeva l’autostrada contromano e poi diceva: “Ehi, ma qui ci sono centinaia di pazzi”.

Insomma, il mio Partito rivendica un diritto alla critica che sembra cancellato, perché qui c’è un Progetto, qui si fanno acquisti “Prospettici”, qui si ragiona guardando al Futuro. Scusate la franchezza, a me sembrano tutte palle. Un presidente parsimonioso può andare bene in due casi: 1) Se è competente. 2) Se non è competente ma ha affidato la gestione a gente esperta. Ora, sfido chiunque a dire che Riccardino Bigon, ex direttore sportivo della Reggina, sia un operatore esperto. Quindi, scatta la terza possibilità, di fronte a un presidente parsimonioso e incompetente a noi non resta che dire: “Cacc’e Sord”. Ed è sempre molto pericolosa la logica del “Lasciateli lavorare”. Storicamente sono parole che suonano sinistre. Anzi, Destre.
Giulio Spadetta

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