Ieri all’Atalanta negati giustamente un rigore e un gol. Casarin: «Gli arbitri devono sacrificare parte della propria presunzione»
La sincerità di Gasperini
Con buona pace del salottino Sky, dove Caressa and company non si rassegnano, il Var ieri ha vissuto una giornata da dieci e lode. Il giudizio più schietto è quello di Gasperini il tecnico dell’Atalanta che ieri si è visto annullare giustamente prima un rigore (la palla era precedentemente uscita dal campo) e poi un gol per fuorigioco. A fine partita, Gasperson si è espresso così, riportiamo dalla Gazzetta:
(Il Var, ndr) non ha sbagliato niente, ha azzeccato tutte le situazioni. Dà e toglie alla stessa misura. Diciamo che il Var è in una fase di rodaggio, prendiamola così. Contestare il sistema mi sembra antipatico, va bene anche aspettare pur di avere un verdetto alla fine giusto. Certo è che il Var qualcosa ti toglie, vedi l’esultanza a cui di solito si è abituati. Mi sentivo, nel primo tempo, in vantaggio due volte e invece siamo rimasti sullo 0-0. Ripeto, tutto giusto. Abituiamoci tutti ora».
Domani a Bologna si festeggia un mese di Var
Repubblica scrive che le scosse d’assestamento sono servite. Domani a Bologna (per Bologna-Inter) “il Var all’italiana festeggerà un mese di vita, un mese a due velocità: 12 volte vi hanno fatto ricorso gli arbitri nelle prime due giornate di campionato, 9 nelle ultime due. Bastava attendere per calibrare l’utilizzo della panacea contro l’ errore arbitrale. Che lo diventerà ne è convinto il presidente della Fifa Infantino, a tal punto da sostenere che «le sviste saranno ridotte del 99%»”.
E Repubblica ricorda che ieri “la tecnologia ha cancellato in pochi istanti – una trentina di secondi, un minuto al massimo – l’archetipo della «questione di centimetri»: le reti in fuorigioco di Lasagna, Kalinic e Ilicic. Oltre a un gol fantasma di Bonucci (con la goal line technology)”.
Casarin e la presunzione degli arbitri
Anche Casarin, sul Corriere della Sera, scrive del Var.
Emette sentenze senza appello. Toglie forza alle proteste e a certi commenti prematuri. Ha corretto, con l’ausilio degli arbitri al monitor, errori di valutazione decisivi commessi sul campo e quasi sempre relativi all’area di rigore e al fuorigioco. Chievo-Atalanta è stata rivoltata come un calzino attraverso la cancellazione di un rigore per l’Atalanta preceduto da un recupero, oltre la linea di fondo, del pallone da parte di Petagna.
Prosegue Casarin: “Si dirà: ma quanti errori della terna arbitrale. Si potrebbe rispondere così: ma come sono rimasti equilibrati dopo avere accettato le correzioni. Sarà la qualità migliore del nuovo arbitro, per il nuovo calcio: per ottenere gare più giuste bisognerà sacrificare parte della propria presunzione”. Infine, un passaggio sulla regola del fuorigioco che “sembra scritta per la moviola in campo: basta aver il naso lungo per far scatenare la tecnologia. Niente da dire, ma poveri guardalinee”.