Marek Hamsik va soltanto ringraziato per aver aperto bocca. Ci ha evitato il solito balletto di dichiarazioni utili e di tempo gettato via inutilmente. Se c’è una speranza di vedere Hamsik sistemato a Milanello entro Luglio e non il 31 Agosto lo dobbiamo a questa paginata che un tempo si sarebbe detto moscovita. Oggi per fortuna di Pravda come di squadre e scelte di vita non ce n’è più una sola. Fo i complimenti a Milan-Raiola. Quell’entità che domina il mercato ormai da anni facendo l’Italia unita, coniugando cioè il grano milanese e l’estro di Nocera. E’ una merchant bank che parla inglese e se la cava benissimo anche e soprattutto in italiano. Mister X pare sia Hamsik, secondo la Pravda. Una volta dire secondo la Pravda equivaleva a smentire. Oggi invece. Oggi invece i russi son diventati garanzia di serietà, di capitalismo spiccio, al freddo e senza le paturnie nostre. Senza lungaggini. Si va dritti allo scopo, bang. Marek Hamsik era lì seppur virtualmente, dove si fa la grana ad Est, e se n’è fatto contagiare. Marek Hamsik va ringraziato. La sua dichiarazione a casa sua intrisa di verità già orecchiate tra gli addetti ai lavori, segreti risaputi da un pezzo, decisioni stra-stra-prese e rimpianti d’ordinanza e complimenti per la trasmissione fa uscire alla luce del sole una trattativa di suo complicatissima ma dall’esito scontato. Non so se De Laurentiis comprerà Pastore o altri con i soldi della cessione, se deve metterci la differenza non credo proprio. Non ha neanche senso dire, a questo punto il Napoli lo venda all’estero. No, a questo punto il Napoli non può far altro che ratificare la destinazione già scelta, senza contare che non ci sarà alcuna asta perché i maggiori club europei quelli che spandono sono tutti in affari con Raiola e anche s’inserisse l’Inter ci sarebbe il no del giocatore. L’esito è già scontato. De Laurentiis non ha intenzione di derogare dalla linea scelta. Non farà mai il Dream Team. Alla prima occasione vende e forse investe. Hamsik è cresciuto. Più in ambizione che in età. Ormai ambisce a palcoscenici diversi. Le sue potenzialità sono enormi, i suoi colpi tanti ma ha bisogno di una squadra più forte intorno e fuori dal campo per sfondare definitivamente ai livelli che gli competono. L’Hamsik che sceglie di affidarsi a Mino Raiola è un uomo che ha compendiato le due opzioni previste per l’uomo da Soren Kierkegard, un vecchio seduttore: ha scelto di far scegliere agli altri di lui. Ha scelto però quali fossero questi altri. Servono anche a questo i tanto bistrattati procuratori, quella razza cafona con la quale De Laurentiis convive male, gioca col litigarci e con il maggior esponente della quale dovrà fare il contratto più difficile della sua presidenza. Servono anche a prendersi la colpa. Perché in fondo avevano ragione anche coloro che pensavano, Marek non andrà mai via, si trova bene, è carattere, c’è il cognato, ci ha famiglia, la sorella e questo e quello, lui s’affeziona e vuole bene al punto che piuttosto ci rimette. Non si sbagliavano no. Hamsik alla fine ha scelto il seduttore. Potrà dire non è (tutta) colpa mia. Non solo. Aver scelto il principe dei mercanti, il genio che non perde mai un colpo è una forma di rispetto. Così nessuno ne uscirà sconfitto perché confrontarsi coi campioni non ha mai umiliato nessuno. Così non dovrà lui in prima persona affondare il colpo. Perché alla fine resta sempre un bravo ragazzo.
Alternative alla vendita di Hamsik non ve ne sono. O meglio ve n’è una ma non è praticabile. Un aumento monstre, un ritocco shock dell’ingaggio. L’anno prossimo comunque andrebbe via. C’è poi una ipotetica cosa di cui parlano alcuni giornalisti che puntano su motivazioni antieconomiche. Non è una ipotesi fattibile, la prova di forza. Tu Hamsik resti qui, stesso stipendio, zitto e a cuccia. Quando si fanno cosacce del genere, all’inizio è solo uno lo scontento. Il calciatore. Alla fine scontenti lo rimangono tutti.
Vincenzo Ricchiuti
Le dichiarazioni di Hamsik evitano ipocrisie
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