ilNapolista

Carletto e Lavinia, a Termini un matrimonio tutto azzurro

Nel mio paese natìo, Piano di Sorrento, alle elementari e alle medie il mio compagno di banco si chiamava Ermanno. La cosa bella, per dirla alla Virzì, con immagini in bianco e nero e intrise di nostalgia, era che io e Ermanno avevamo degli zii in comune. Zia Vanna, sorella del suo papà, e zio Peppino, fratello di mamma mia e due figli: Raffaele e Carlo. Le feste dell’infanzia erano quindi una sorta di cuginanza allargata e Carletto era il più piccolo di noi. Era la metà degli anni settanta e il Napoli di Vinicio ci marchiò per sempre. Il classico imprinting che non ti scrollerai mai di dosso. L’unica pecora nera era, ed è rimasta, mio fratello Giancarlo, juventino. Le foto di quel periodo sono tante e non scorderò mai, per esempio, le poche ore di buio trascorse tutti insieme a casa di Zia Vanna in attesa di andare alla processione della notte del Venerdì Santo. Il nostro battesimo da incappucciati neri.

Poi il tempo passa, ineluttabile, e i primi che perdi di vista sono proprio i parenti. Qualche anno fa, però, ricevetti una mail con l’invito a vedere un video di Diego. Era mio cugino Carlo Cafiero, cui ho sempre invidiato l’omonimia con il fondatore del movimento anarchico, amico di Bakunin. E se scrivo queste righe è perché il Napolista mi ha fatto ritrovare Carletto, tifoso in maniera ancora più radicale da come ricordavo. Oggi pomeriggio a Termini, estrema frazione di Massa Lubrense, Carletto si sposa con Lavinia. Dalla cuginanza allargata del Napolista infiniti e veri auguri di felicità agli sposi. E forza Napoli.
Fabrizio d’Esposito

ilnapolista © riproduzione riservata