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Calciomercato, che divertimento l’esegesi delle dichiarazioni

Ci sono tre “ingrippi” che mi prendono puntualmente a ogni sessione di calcio mercato estivo.
Il primo è quella di compulsare continuamente i siti di calcio mercato per stare sempre  sulla notizia o sull’indiscrezione del momento.
Il secondo,  comune a tanti malati di calcio, è quello di provare a fare il direttore sportivo, con te stesso e con gli amici, su chi provare a prendere, chi cedere e cosi via. Diventa anche piacevole se lo vivi come un gioco cercando, però,  di resistere alla tentazione di emettere giudizi e sentenze definitive perché   penso  che quelle vadano sempre date alla fine, quando tutti gli elementi sono chiari.
Confesso che il terzo è una vera e propria sindrome  che mi angoscia di più e mi porta via tante energie fino a farmi arrivare fisicamente – essendo uno che nelle passioni calcistiche somatizza tutto, dai pre e post partita alle vittorie, dalle sconfitte alle  preoccupazioni – esausto e provato alla fine del calcio mercato.
La sindrome è quella di fare l’esegesi delle dichiarazioni dei giocatori, dei dirigenti , dei procuratori, dei  giornalisti e di tutto il mondo circostante per provare a capire e interpretare cosa bolle in pentola.
Sono consapevole che nel calcio mercato può accadere tutto e il contrario di tutto nella stessa giornata e molto spesso capisci che le dichiarazioni non sempre corrispondono alle reali intenzioni e, a volte, ti rendi anche conto che sono o possono essere messaggi “trasversali” tra gli addetti ai lavori.
Tutto questo mi provoca sentimenti e reazioni contrastanti che mi sfibrano fisicamente perché il tarlo si insinua nel cervello, che  inizia a interrogarsi senza sosta. Quest’anno mi sta succedendo più di altre volte, forse perché tuttora non capisco  in che direzione stiamo andando.
Per carità, è ancora presto e tutto è in evoluzione. Ma poi penso che una grande società almeno le scelte di fondo, quelle strategiche, le deve avere chiare ancor prima che finisca il campionato.
Hamsik e Lavezzi ,insieme al Matador, sicuramente fanno parte di quelle scelte strategiche sulle quali avere chiare le idee.
Per me Hamsik e il Pocho, per motivazioni diverse,  non vanno sacrificati se vogliamo continuare a crescere per essere sempre più competitivi.
Marekiaro  è uno dei centrocampisti più moderni del panorama calcistico non solo italiano e lo abbiamo noi e nella giusta età, unico nel suo genere e nella sua intelligenza tattica ed io non lo venderei neanche di fronte ad una proposta economica indecente.
Il Presidente dice che non lo vende e io mi fido.
Marek dice che sta bene a Napoli e che le voci sul Milan sono chiacchiere e allora mi chiedo, e qui scatta la mia  sindrome di interpretare gesti e dichiarazioni: perché la procura a Raiola, lo stratega delle cessioni eccellenti?
Si sa questo cosa potrebbe significare, magari non quest’anno  ma quello successivo, cosi come fu per Balotelli?
Per non parlare del Pocho. Sono un Lavezziano convinto e lo venderei solo nell’ipotesi di prendere Sanchez.
Vorrei dire a un’autorevole prima firma del Napolista incontrato qualche giorno fa, la cui identità non rivelerò neanche sotto tortura  e che con una eresia calcistica ha definito Lavezzi uno Scarnecchia  un po’ più tecnico, che il Pocho ha una caratteristica che pochi giocatori al mondo hanno e cioè quella di scassare, (come De Magistris, per rimanere ad una metafora e un termine  molto in voga in questi giorni) scardinare e aprire le difese avversarie; di essere imprevedibile e, proprio per questo, in grado di far saltare qualsiasi assetto tattico difensivo.
Questa caratteristica è merce rara e il Pocho, insieme a Sanchez e pochi altri al mondo, la possiede e potrà anche non vedere la porta e non segnare molto ma mette altri nelle condizioni di farlo.
Ed è per questo che rifiuterei anche 40 milioni di euro e mi preoccupa la clausola rescissoria fissata ad appena 30.
Quando, puntuale come un orologio, arriva a fine anno la solita intervista-dichiarazione di Alejandro Mazzoni che dice e non dice, tra conferme e smentite, mi scatta la sindrome.
Lo fa perché vuole l’aumento o perche ha qualche squadra dietro?
E cosi il mio fisico si debilita sempre di più.
Per non parlare di Inler, che considero l’ideale per noi.
E’ possibile che  prima di chiudere e far partire l’assalto finale con l’Udinese, e dopo averlo trattato per più di un anno, non si è neanche tentato un approccio con il suo procuratore? Non ci credo. Cosa c’è dietro? Il tentativo di mettere a segno un altro grande colpo? un Top Player del centrocampo? La sindrome continua a fare il suo corso.
E cosa ha voluto dire Massimo Briaschi, procuratore di Maggio, con quel “noi siamo a disposizione aspettiamo gli eventi”?
E i nomi che circolano e che non mi esaltano?
Basta vi prego… siamo appena al 1° di Giugno e il mio fisico è già minato, stamane ho iniziato un ciclo di vitamine Supradyn per  reggere un po’. Ma riuscirò ad arrivare al 28 Agosto?

PEPPE  NAPOLITANO

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