Non poteva essere diversamente. Il Barcellona, che gioca il calcio più bello del mondo, domina e vince la Champions League 2011 battendo in finale, a Londra, il Manchester United (3-1). Per la quarta volta, i catalani sono campioni d’Europa (’92, ’06, ’09, ’11).
In gol Pedro (27’), Messi (54’) e Villa (69’). Il solitario gol di Rooney (33’) regalava agli inglesi un illusorio pareggio.
Il Manchester ha fallito la rivincita sulla finale di Roma, nuovamente battuto dal Barcellona. Se a Roma la squadra di Ferguson era durata otto minuti, a Wembley è sparita dopo dieci minuti furiosi.
Il Barcellona ha preso il sopravvento col suo gioco caratteristico contro cui il Manchester non è mai riuscito a trovare le contromisure giuste.
Il mostruoso possesso-palla dei catalani è stato arricchito da 12 conclusioni (9 nello specchio della porta). Il Manchester ha tirato appena tre volte (due fuori).
Esauritosi dopo dieci minuti, senza però tirare mai in porta, il Manchester è stato preso “in mezzo” dal titic-titoc del Barcellona. Piquè avviava l’azione dalla difesa e poi Busquets scatenava la danza dei piccoletti irresistibili Xavi, Iniesta e Messi. Sulla sinistra scendeva Abidal, minori le incursioni di Dani Alves.
Messi era imprendibile. Partiva da metà campo mettendo in subbuglio la difesa inglese. Palloni recuperati, dribbling, slalom e la suprema invenzione del 2-1. Iniesta super-star. Suoi gli assist per il primo e il secondo gol del Barcellona.
Non c’è stata mai vera partita, il predominio dei catalani è stato assoluto e costante.
Il Manchester non riusciva a tenere palla sotto il pressing dei barcellonesi. Non andava oltre i due passaggi. Poi perdeva il pallone e doveva subire la pressione del Barcellona.
Nel Manchester sono mancati in molti all’appello della finale. La sola difesa ha cercato di limitare i danni. Il centrocampo è stato surclassato dagli spagnoli. Giggs era intrappolato nella ragnatela del blu-grana. Valencia inesistente. Combattivo il solo Park. In avanti, Rooney non ha mai trovato la posizione favorevole e il Chicarito Hernandez, dopo un inizio scoppiettante, è sparito dalla scena.
Il gioco degli inglesi, una volta recuperato il pallone, e non succedeva spesso, si basava sui lanci per le due punte contro le quali la difesa spagnola aveva sempre la meglio. Sono mancati al Manchester gli inserimenti sulle fasce. Non avanzavano i terzini Fabio ed Evra, Valencia era proprio fuori partita e Park doveva dannarsi a rincorrere i giocolieri catalani.
E’ la terza Champions che il Barcellona vince negli ultimi cinque anni, confermando il suo ruolo di squadra-regina del nuovo secolo. Non ha avversari. Alla finale è giunto perdendo una sola partita (con l’Arsenal), vincendone 8 e pareggiandone 3 con 27 gol all’attivo e 8 al passivo. Il Manchester è giunto in finale da squadra imbattuta, una superdifesa (4 gol), ma un attacco non proprio esplosivo (18 reti).
Nel Barcellona, la novità dell’ultima ora è la presenza di Abidal, 32 anni, francese, due mesi dopo l’intervento per il tumore al fegato, con Puyol in panchina. Confermato Mascherano al centro della difesa.
Sono sei i superstiti spagnoli della finale del 2009 vinta dal Barça sul Manchester a Roma (2-0, gol di Eto’o e Messi). Gli inglesi superstiti sono otto.
Il valore dei giocatori del Barcellona è di 554 milioni di euro, quello del Manchester è di 387 milioni. Il Manchester è più anziano (29 anni di media) del Barcellona (27 anni). Distantissimi i due allenatori: Ferguson 70 anni, Guardiola 40.
Il Manchester conferma le due punte col Chicarito Hernandez, 23 anni, messicano, pagato sei milioni di euro, al fianco di Rooney (147 gol in carriera). Ferguson rinuncia a Berbatov (cannoniere del Manchester quest’anno con 21 reti). Il mediano Giggs, tutta una vita nel Manchester, gioca la sua 614^ partita, a 38 anni. Van der Sar, alla gara di addio (950 partite in carriera), è il più alto in campo (1,97) e il più vecchio: 41 anni (come Zoff campione del mondo in Spagna nel 1982).
Impressionante le “cifre” di Lionel Messi, la “pulce” (1,69). In 291 partite col Barcellona ha messo a segno 186 gol. Ventiquattrenne, non è il più giovane in campo: Busquets ed Hernandez hanno 23 anni.
Sono in 90mila nel nuovo Wembley. Il Manchester gioca praticamente in casa (nello stadio londinese, i suoi tifosi sono il doppio di quelli spagnoli). In tribuna, tifa per il Manchester il giamaicano Usain Bolt, re dello sprint.
Dopo dieci minuti, il Barcellona prende in pugno la gara, iniziando il suo esasperante palleggio contri cui gli inglesi, man mano, arretrano. Fioccano i tiri degli spagnoli: 15’ Pedro fuori; 19’ Villa a lato; 20’ ancora Villa, parato. E arriva il gol. E’ Iniesta che invita Pedro a far centro (27’).
Non c’è reazione da parte del Manchester che, tuttavia, acciuffa il pareggio con Rooney dopo una combinazione veloce con Giggs (33’). Ma è solo un lampo, un’azione solitaria. Il Manchester non produce più nulla. Il Barcellona è padrone del campo.
Nella ripresa l’accelerata spagnola. Van der Sar salva di piedi una incursione di Dani Alves (52’) e, sul tocco di Iniesta, Messi evita due difensori e piazza la palla del 2-1 (54’). Per la “pulce” 53° gol stagionale, 181 col Barcellona.
La resa del Manchester è evidente. Gli inglesi non riescono a fare gioco e sulle avanzate degli spagnoli sono in costante apprensione. Van der Sar deve volare a deviare in angolo un “botto” di Xavi (65’).
Neanche gli ingressi di Nani (68’ per Fabio) e Scholes (76’ per Carrick) rinforzano il Manchester. Intanto, il Barcellona ha colpito per la terza volta. Lo zig-zag di Messi sulla destra manda in bambola la difesa del Manchester e su un rinvio affrettato degli inglesi, Busquets tocca per Villa che beffa Van der Sar con un pallonetto a giro nell’angolo alto (69’).
Partita morta e sepolta. Guardiola concede la passerella a Puyol (88’ per Dani Alves). Entrano anche Keita per Villa (86’) e Afellay per Pedro (91’). Il Manchester esce polverizzato dal trionfo del Barça.
Mimmo Carratelli
BARCELLONA (4-3-3): Valdes; Dani Alves (88’ Puyol), Piquè, Mascherano, Abidal; Xavi, Busquets, Iniesta; Villa (86’ Keita), Messi, Pedro (91’ Afelay).
MANCHESTER UNITED (4-4-2): Van der Sar; Fabio (68’ Nani), Ferdinand, Vidic, Evra; Valencia, Carrick (76’ Scholes), Giggs, Park; Rooney, Hernandez.
ARBITRO: Kassai (Ungheria).
RETI: 27’ Pedro, 33’ Rooney, 54’ Messi, 69’ Villa.
Albo d’oro.
1956, 1957, 1958, 1959, 1960 Real Madrid; 1961 e 1962 Benfica; 1963 Milan; 1964 e 1965 Inter; 1966 Real Madrid; 1967 Celtic Glasow; 1968 Manchester United; 1969 Milan; 1970 Feyenoord; 1971, 1972, 1973 Ajax; 1974, 1975, 1976 Bayern Monavo; 1977 e 1978 Liverpool; 1979 e 1980 Nottingham Forest; 1981 Liverpool; 1982 Aston Villa; 1983 Amburgo; 1984 Liverpool; 1985 Juventus; 1986 Steaua Bucarest; 1987 Porto; 1988 Psv Eindhoven; 1989 e 1990 Milan; 1991 Stella Rossa Belgrado; 1992 Barcellona; 1993 Marsiglia; 1994 Milan; 1995 Ajax; 1996 Juventus; 1997 Borussia Dortmund; 1998 Real Madrid; 1999 Manchester United; 2000 Real Madrid; 2001 Bayern Monaco; 2002 Real Madrid; 2003 Milan; 2004 Porto; 2005 Liverpool; 2006 Barcellona; 2007 Milan; 2008 Manchester United; 2009Barcellona; 2010 Inter; 2011 Barcellona.