Qualche tempo fa scrissi proprio qui su Il Napolista che i cittadini di Napoli (me incluso) sono esigentissimi nei confronti della squadra di calcio e pochissimo verso gli amministratori della propria città. È ancora così e, forse, le imminenti elezioni comunali ci fanno notare con ancor più evidenza quanto sia più importante per l’opinione pubblica partenopea la querelle Mazzarri – DeLa rispetto ai temi che interessano le venture consultazioni per eleggere il sindaco.
Certo, è molto più affascinante parlare dei milioni di euro elargiti per contratti di allenatori, calciatori e diritti Tv che di quelli di nettezza urbana, manutenzione stradale o servizi sociali. Ma prima o poi dovremmo iniziare a sforzarci a ripartire meglio le nostre energie mentali.
Tiene banco, per fortuna anche sui quotidiani locali e nazionali, l’ormai celebre “emergenza” rifiuti. Leggiamo dello scaricabarile tra Bassolino, Berlusconi e magistratura su chi abbia la responsabilità di aver chiuso alcune discariche. Ciò che emerge, a prescindere dalle singole ideologie e opinioni personali, è che nessuno (ma veramente nessuno di questi) abbia idea di cosa significhi gestire razionalmente il ciclo dei rifiuti. Ormai, personalmente, sono entrato nell’ordine di idea che Napoli è soltanto la punta dell’iceberg di una problematica che a breve investirà anche altre città d’Italia e del Mondo. Napoli assolve in pieno la sua funzione di essere anticipatrice e spia d’allarme, nel bene e nel male, dell’ancestrale bisogno dell’uomo di consumare, usare, abusare delle risorse naturali. Si va avanti così, senza soluzione di continuità, senza che nessuno si soffermi un attimo a pensare che forse così non è più possibile andare avanti. Produciamo una quantità inutile di rifiuti che fa rabbrividire: quanta plastica, carta, imballaggi! Se mai si avvierà una riduzione a monte, se mai ci sarà una “chiusura del rubinetto” alla fonte, sarà sempre più impensabile che si possano trovare luoghi di conferimento capaci di raccogliere tutti i rifiuti prodotti. E ciò è un assunto che precede la pur buona pratica di differenziazione e riciclo dei materiali.
Purtroppo tra i candidati dei maggiori partiti nessuno ne parla. Assistiamo inermi alle polemiche, gli scaricabarile, le frasi tendenziose e strumentali per accaparrarsi l’ultimo voto utile.
Non è semplice affrontare tali argomenti in questo spazio preposto ad altro. Questi miei pensieri possono portare a credere che siano inviti a non recarsi alle urne e, invece è proprio il contrario. Ma più che con il voto bisognerebbe assolvere la propria funzione di cittadini interessandosi alla cosa pubblica: le strade, il mare, l’aria sono beni di tutti noi. Nessuno di noi ha l’obbligo di sostituirsi ai propri governanti, ma sicuramente ognuno di noi può avere una vitale funzione di essere propulsori e esigenti di nuove politiche che è il primo presupposto per una nuova politica. Questa campagna elettorale così scarna e vuota di contenuti non è colpa dei politici, ma tanta colpa è nostra.
Max Gallo, la scorsa settimana, si incuneò nell’arduo compito di tessere le lodi del Berlusconi presidente di calcio. Non l’ho letta come una provocazione né come un tentativo di originalità. Fu, a mio modesto avviso, in seguito ai commenti piovuti al suo articolo, una sorta di sondaggio sulla capacità delle persone di saper scindere gli argomenti l’uno dall’altro. Non entro nel merito perché mi troverei in pieno “conflitto di interessi”. Eppure, per me, tanti di quei commenti sono stati la prova che nella nostra società (italiana e napoletana) esistono steccati insormontabili. Siamo tutti barricati nelle nostre ideologie senza saperci elevare, anche solo per un attimo, per guardare oltre e un po’ più in alto. Sembra quasi il racconto platonico del mito della caverna: adoriamo simulacri illuminati dal fuoco e ignoriamo la luce. Ce n’è tanta di luce oggi, il sole splende e illumina le bellezze e le devastazioni della nostra terra. E che Mazzarri resti o non resti o delle decisioni di De Laurentiis ci deve interessare poco. Molto meno di tutto il resto. Senza farci prendere da scoramento e disinteresse che di certo non fa il nostro gioco. Per un attimo parliamo delle reali alternative per il nostro futuro. Poi penseremo alle alternative di Mazzarri: che siano Lippi, Ranieri o Delio Rossi non è poi così determinante quando accompagniamo a scuola i nostri figli facendo le gimcane tra la monnezza. Tutto lo scuorno che certa politica ci ha messo in faccia.. ma noi pensavamo ad altro.. vero?
Valentino Di Giacomo
Mazzarri-De Laurentiis interessa più del voto
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