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E se Aurelio non volesse rinforzare la squadra?

Mamma, che depressione mi avete fatto venire. Perfino gioia-di-vivere-Ilaria annuncia di volersi abbuffare di Fruit joy per dimenticare, il Gallo mi scompare in cucina a inciuciare con D’Esposito sul punticino da fare, che a loro appare più insormontabile di una rimonta da tre gol sotto al Nou Camp. Scendo in strada e mi arriva un sms di Pedersoli: “Mo’ perdiamo anche la Champions”. Non rispondo. Mi chiudo in un dignitoso ottimismo. Poi apro il Napolista e leggo un mix di accuse a Mazzarri, la pesante scomunica di Trombetti, gioa-di-vivere che dà del coniglio a Mazzarri, Carratelli che inserisce nella cronaca della partita col Lecce un inquietante “te ne vai o no?”, che sembra molto più di un semplice interrogativo. Il tutto condito da commenti quasi tutti a senso unico, pari per astio nei confronti di Mazzarri solo a quelli che ho trovato sotto all’articolo, a mio avviso ineccepibile, sulla bravura calcistica di  Berlusconi. In questa domenica che per noi tifosi doveva essere, tutto sommato, rilassante, confortati da un vantaggio rassicurante, scopro un clima da psicodramma. Sono tante le cose che non capisco, e mi toccherà ancora una volta fare il provocatore senza volerlo essere, ma per convinzione. Non capisco perché, per esempio, fin da quando è calato il gelo tra Mazzarri e De Laurentiis quasi tutti i tifosi abbiano preso le parti del presidente, senza conoscere l’altra versione, quella che potrebbe fare da contraltare all’idea del tradimento che De Laurentiis, con i suoi dico-non-dico, sta veicolando da giorni sui media con consueta furbizia. Mi chiedo: ma se Mazzarri, come credo, avesse chiesto a De Laurentiis giocatori da Champions, una squadra da scudetto, impegni precisi sul piano degli investimenti? E se gli fossero stati negati? Da che parte starebbero i tifosi? Si dirà: il tecnico vuole un ritocco dell’ingaggio. Rispondo: sacrosanto. Si dirà: ma il mister ha avuto offerte, forse dalla Juve. Rispondo: se ci va perché il Napoli non ha intenzione di crescere, fa benissimo. Perché – forse la cosa a molti non è chiara – il “vincente”, tra i due, è Walter. E’ lui il Mourinho in fasce, il cattivo ambizioso che fa la fortuna di una società, non è certo De Laurentiis il potenziale Moratti dalla faccia buona e il portafoglio spalancato. Altrimenti a gennaio Inler l’avrebbe preso, pagandolo quanto lo pagherà forse a giugno: forse un giorno capiremo anche se era Mazzarri a non voler rompere il giocattolo dai pezzi contati o se fu il presidente a chiudere i cordoni, se non per scartine come Mascara e Sosa, perdendo la possibilità reale di vincere lo scudetto quando a metà campionato partivamo dalla prima fila. Quando ci capiterà ancora?

Un’altra cosa che non capisco è perché ci stracciamo le vesti se pensiamo a una cessione pesante, come Hamsik e Lavezzi,e non ci mobilitiamo per convincere la società a confermare Mazzarri, accontentando, fermandoci solo dopo l’esibizione di un contratto firmato dal tecnico con la Juve o con la Roma. Forse non tutti hanno capito che un allenatore vincente è rarissimo, di calciatori bravi ce ne sono a bizzeffe in giro per il mondo. E se avesse già firmato? Il problema è la Juve, dice Gallo, quello proprio a Napoli non lo accetterebbero. Mi chiedo: ma un allenatore che ci porta in Champions e va a fare l’Europa League può essere accusato di farsi i cazzi suoi, se a Napoli non ha ottenuto garanzie o i soldi richiesti? Parliamo del Petisso o di un allenatore di calcio del Duemila? Domani saremo pronti a insultare Cavani se va al Real? Signori, questo allenatore ci ha fatto vivere una stagione straordinaria, abbiamo sei punti, dico sei, sulla quarta, andremo in Champions passando quasi certamente dalla porta principale, sentiremo la musichetta, e voi vi preoccupate del punticino? Ah già, dimenticavo: la solita tesi della squadra distratta dall’allenatore… Ma qualcuno s’è accorto che il Napoli è andato a mille per tre quarti del campionato e che da quattro-cinque partite è sulle gambe? Vogliamo farne una colpa all’allenatore che s’è trovato gli uomini contati e solo grazie al suo preparatore è riuscito nel miracolo di limitare al minimo gli infortuni? Un tecnico che in panchina s’è ritrovato Sosa e Mascara mentre Allegri metteva Robinho, Cassano e Van Bommel ogni volta che un Ibra di questi si faceva squalificare?

Allora vado fino in fondo e dico che è stato meglio perdere a Lecce: almeno capiremo che significa sudarsi il punticino contro l’Inter, concentrandoci sulla squadra e sulla capacità dell’allenatore di rigenerarla ancora volta. Non sul giochino traditore sì, traditore no. Che tanto piace a De Laurentiis.
Luca Maurelli

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