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De Laurentiis-Mazzarri, una partita sul futuro

Che sia un calo mentale o un crollo atletico quello del Napoli, alla fine non ha importanza. Il calendario gli darà comunque la Champion’s League. Il Napoli ha davanti a sé quattro gare. Di queste, tre sono con squadre che non hanno più tanto da dare. Il Genoa verrà al San Paolo con quattro assenze determinanti. Un solo obiettivo: il derby tra due settimane che potrebbe condannare alla B la Sampdoria. Gli assenti sono l’asse portante della squadra. Uno, Marco Rossi, è infortunato. Tre, Dainelli, Palacio e Milanetto, erano diffidati e sono stati ammoniti durante la gara col Lecce. La stampa locale pare convinta l’abbiano fatto apposta per poter essere sicuri di giocare il derby. Sono i paradossi della sportività. Rifiuti di scansarti col Lecce rivale della rivale del Vecchio Balordo e però accontenti i tifosi alterando o se si preferisce personalizzando un po’il concetto di leale impegno alla morte con tutti. Salvi Genoa-Lecce e non salvi Napoli-Genoa. Sono le compensazioni tra vizio e virtù, in fondo la cosa meno ipocrita tra tante. L’unica cosa da fare in questo Purgatorio. Scommetterei sul Genoa che in un conciliante clima inciucista da gemellaggio penserà a salvarsi le gambe per qualcosa di meglio. A Lecce il Napoli può anche perdere, volendo. Nello stesso turno, Udinese e Lazio saranno impegnate a togliersi punti e giocatori in diffida o meno a vicenda. Napoli-Inter vedrà un avversario in ferie, impegnato mentalmente dal calcio mercato. L’ultimo turno a Torino ha un senso solo per i nostalgici del si stava meglio quando si stava peggio. In soldoni. La Lazio al massimo fa sei punti, l’Udinese nove. Il Napoli male che vada ne fa quattro, i tre col Genoa e un pari. Anche sulle ginocchia cammina a sessantanove, chiudendo sopra Udinese a sessantotto e Lazio a sessantasei. Anche nella peggiore delle ipotesi il Napoli è in Cl diretta. Naturalmente le polemiche e i conati di crisi non terranno conto di questa che a mio avviso è una evidenza. C’è un po’ una spaccatura sostanzialmente tra società allenatore compreso e media. Spaccatura che nasce dal fatto che ognuno sia giornalisti che Calcio Napoli fa semplicemente il proprio lavoro e la propria parte nello spartito sempre uguale del calcio parlato. Spaccatura che si ripercuote sugli umori del tifoso almeno sino al fischio d’inizio, dopodiché il calcio giocato si prende la sua (breve) rivincita. E che sia breve è un bene, altrimenti il calcio non sarebbe così seguito. Sarebbe lo sfogo ginnico di pochi e tutti gli altri esclusi. Non butterei quindi le polemiche. Quelle attuali sono anzi segno di salute. Si parla di rinnovi, di aumenti, di gente desiderata da altri. Significa che s’è fatto bene. Quale sia la strategia di De Laurentiis si vedrà. E’ un presidente che per il modo in cui ha concepito la società si appoggia molto all’allenatore chiamato a interpretare in modo estensivo il suo ruolo. Ovviamente questo ha un costo: se risparmi non pagando il pedaggio di mediazioni importanti, paghi pegno ai desiderata non trattabili del tecnico. Una volta a chi voleva moralizzare il calcio stanziale dei dirigenti proponendo il calcio con la valigia dei tecnici si diceva che le squadre non deve mai farle l’allenatore. Uno che oggi c’è, domani è domani. Specie se bravo. Mazzarri è bravo. Non so cosa farà De Laurentiis, se terrà tutti o venderà uno dei tre giocatori che hanno mercato al livello dove sta oggi il Napoli. Se vende, andrà via Hamsik. Il più sacrificabile a livello d’ambiente rispetto all’annata monstre di Cavani. Il più appetito rispetto al Lavezzi. Si spargesse la voce che Hamsik è davvero in vendita, ci sarebbe la fila. E questo dovrebbe far pensare i suoi denigratori. D’altronde De Laurentiis fa bene a valutare l’ambiente. Non è mai stato contestato sul serio e poiché è intelligente lo sa. Poi in ogni caso finché ha Mazzarri va sul sicuro. Che sia bravo nessuno lo può negare. Che sia economico nemmeno. Trovatemi un altro allenatore in grado di far risparmiare a un club che lotta per entrare in Europa la panchina lunga salvando la ristretta rosa dagli infortuni. Allunga il tempo di gioco, non potendo allungare il resto. E’ motivato e motivatore e poi ha una qualità importante come parafulmini. E’ fortunato. La fortuna non è una colpa o una diminutio. Con la fortuna si mangia perché se porti fortuna tocca agli altri portare il contorno. E non è una dote nascosta. E lo sa bene anche lui che non se ne vergogna mica. Che sia un uomo con la camicia, è la prima cosa che scopre di sé.
Vincenzo Ricchiuti

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