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Cavani: Non cambio né squadra, né procuratore

Al Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare  presentazione del libro di Edinson Cavani, “Quello che ho nel cuore”. Vita, calcio e fede (Mondadori). Edinson si confessa in una biografia ricca di spunti. Arriva emozionatissimo e le domande riguardano subito il suo futuro. E’ vero che stai per cambiare squadra e procuratore? “La risposta è troppo semplice, non c’è nulla di vero in quello che si dice”. Poi sul libro aggiunge: “Questo libro l’ho scritto per far conoscere la mia vita. Inizialmente non volevo scrivere questo libro perchè non sono un pastore e pensavo solo al calcio. Essendo una persona semplice, ho deciso di farlo pensando di essere guidato come sempre dalla mano del Signore, che fino ad oggi mi ha aiutato tanto”.
Il Matador è emozionatissimo e parla del suo libro in lacrime: “Il libro non è un manuale per diventare calciatore. Un giorno smetterò e vorrei lasciare il segno come uomo del Signore. La fede non consiste solo nel Signore, ma anche nel credere in te stesso e in chi ti circonda”. Poi aggiunge: “Se ho scritto questo libro devo ringraziare le persone che ho accanto, l’ho fatto per passione, perché senza passione io le cose non le faccio. Credo che le cose vadano fatte sempre e comunque con passione e professionalità. I ruoli più importanti della vita li hanno avuti i miei genitori, devo ringraziarli se oggi sono riuscito a costruire una famiglia tutta mia. Solo così sono riuscito a coronare un sogno che avevo fin da bambino: giocare un Mondiale. Da sempre sognavo il rumore dei tacchetti nel sottopassaggio prima di giocare una partita di un Mondiale e l’anno scorso ci sono riuscito con l’Uruguay. Quella squadra ha dato il massimo per il proprio Paese, lottando per i primi posti”. Con la voce rotta dal pianto, mentre parla dei suoi sogni realizzati, Edy è costretto a fermarsi, toccato dalla fortissima emozione”.
Cavani torna poi a parlare di Napoli: “Do sempre il massimo e voglio arrivare il più in alto possibile. Con questa maglia, con questa squadra, gioco per una città per la quale ho provato emozioni che non so se potrò provare ovunque vada in futuro”. Poi una rivelazione di Sondra Sottile, l’autrice del libro: “A casa di Kakà, assieme a Cavani abbiamo visto il pallone d’oro. Io l’ho toccato e ho chiesto ad Edison, perché non lo tocchi? La sua risposta è stata toccheò solo il mio”.

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