Le pagelle di Napoli-Lazio 4-3
di Fabrizio d’Esposito
De Sanctis 6. In una partita epica, allo stesso orario di Italia-Messico e finita con lo stesso risultato, tre gol nella sua porta-fortezza alla fine, grazie all’intervento divino dell’Alieno Matador, restano un dettaglio per la Storia. Soprattutto se si è senza colpa.
Campagnaro 4,5. Non dà mai sicurezza. Fissato coi dribbling, al 34mo del primo tempo s’impappina e si fa rubare una palla da Sculli che poteva favorire un’altra ripartenza cinica della Lazio. Era su Dias, in occasione del raddoppio biancoceleste.
Cannavaro 6. Il meno peggio nella giornata nera della difesa. Controlla bene Zarate ma nulla può sul primo gol di Mauri. Alcuni suoi lanci sono efficaci per verticalizzare il gioco e il suo petto per il rigore è decisivo.
Aronica 4. Inguardabile, una prestazione peggiore di Liverpool. Si perde Zarate nella percussione vincente di Mauri al 28mo del primo tempo. Due minuti dopo fa rimanere larga la difesa in cui sempre Mauri s’infila e sfiora il raddoppio. Provoca la punizione su Zarate nel secondo gol laziale. L’autorete è il simbolo della rozzezza di questo gregario. I piedi eleganti di Ruiz in panchino sono uno spreco del destino in questo fatidico Tre Aprile Duemilaundici. Meriterebbe tre ma il taglio al 36mo è cruciale per il rigore.
Maggio 7. Col passare del tempo, la fascia destra si rivela più proficua di quella sinistra. L’assist di testa per il due a due di Cavani merita un inchino.
Pazienza 5. Ha sofferto più di Yebda di fronte alla pressione laziale a metà campo. Mai un guizzo e qualche fallo di troppo. (dal 12mo del secondo tempo Mascara 7. E’ la mossa del cavallo del Condottiero Mazzarri. Ha sui piedi la palla del tre a due, si procura la punizione del due a due, fa il secondo tocco di testa, dopo quello di Lucarelli, per il pallonetto di Cavani al novantesimo).
Yebda 6,5. Con Hamsik al posto di Pazienza, diventa più sicuro e incisivo. Lui e Pazienza non sono la soluzione migliore. Ma il centrocampo del Napoli è discussione da rimandare all’estate. Per ora godiamoci il sogno. (dal 40mo del secondo tempo Lucarelli 7. Spizza di testa la palla che poi finirà a Cavani per il quattro a tre).
Dossena 6,5. Inizia sbagliando due palloni a centrocampo. Ha l’ossessione di coprire e rimane spesso troppo basso. La sua marcatura inaugura la doppia rimonta. (dal 32mo del secondo tempo Gargano 7. Sta recuperando la condizione. Fondamentale al 39mo, sul tre a tre, un recupero su un mostruoso Brocchi).
Hamsik 8. I primi venti minuti sono devastanti. Onnipresente, tanto a destra quanto a sinistra. Poi si sacrifica all’uscita di Pazienza.
Lavezzi 9,5. Un’ora disordinata. Poi le due punizioni che stendono la Lazio in un minuto.
Cavani 10. Un Alieno. Segna di testa, su rigore, con un tocco incredibile allo scadere come con il Cagliari. Il ricamo del Fato è in quel penalty battuto con il peso di venticinque anni di speranze e delusioni sulle spalle. Peccato per l’ammonizione finale, che gli farà saltare il Bologna. Ma lo scatto di nervi lo rende più umano.
Mazzarri 10. E’ il nostro Mourinho. La squadra ha il suo carattere. L’ingresso di Mascara, al di là del valore e dei meriti dell’ex catanese, è una scossa, un raggio di sole che squarcia il buio di sessanta minuti.
Il pubblico 10. Riempie uno stadio e offre un mazzo di rose a Reja. Un numero da brividi. Poi la gioia, dopo la sofferenza. Testimoni di un Evento Indimenticabile.
Banti 5. Siamo onesti. Non vede il gol di Brocchi e forse il rosso a Biava è eccessivo. Ma chi se ne frega.
di Fabrizio d’Esposito