Equidistante da Mowgli, Alice nel Paese delle Meraviglie e un pari fra pari. Cosi, da nuovo arrivato nel club dei Napolisti mi sono sentito ieri.
La location (chissà poi perché dobbiamo sempre usare parole straniere) mi dava proprio l’ebbrezza di Alice, proiettato nel precipizio delle scale della Enoteca, all’improvviso, dietro l’angolo, mi apparivano mitici personaggi di cui avevo solo letto i nomi. Diaboliche ma splendide regine, cappellai matti e altre fantastiche figure…
E come Mowgli, avvolto nella mia candida sciarpa nuova, mi sono messo ad ascoltare i racconti dei saggi della giungla che evocavano guerrieri di altri tempi, Frappampina, Improta, il grande Pal’e’fierr(o) ( approposito, per i puristi della scrittura in dialetto, non c’è soluzione al problema della trascrizione della vocale centrale in finale di parola).
Vino, simpatia, persone con le quali parlare di calcio e del Napoli non si risolve in suoni gutturali e ‘fratemo!!!’ gridato ad ogni parola.
Ci sono stato bene fra di voi e mi sembra di essere stato accolto altrettanto caldamente.
C’è un fil rouge che unisce quelli a cui piace il Napoli, che mi appare diverso da quello che vedo in amici interisti, juventini ed altro (anche se ho un amico laziale che ha il mio stesso lampo negli occhi), ed è la sensazione che si può essere grandi anche non vincendo sempre, che è proprio in quel tenersi a galla aiutandosi l’un l’altro si nasconde la grandezza dell’insieme, una squadra con i suoi tifosi. E’ come la squadra del nuoto sincronizzato, le ragazze si tengono tutte faticosamente sott’acqua abbracciate, dalla loro sincronizzazione parte uno slancio senza contare su appoggi, i corpi insieme emergono e una di loro, la più leggera, la più elegante, spicca il volo dalla superficie dell’acqua, fa una piroetta e si rituffa plastica nell’acqua, e la curva, entusiasta, quasi commossa, applaude all’unisono.
Franco Cutugno
Il fil rouge che unisce Mowgli e Frappampina
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