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Un milione di spettatori in un anno al San Paolo

È come se una città intera – diciamo Napoli – si fosse data appuntamento allo stadio. È come se una città intera – sempre Napoli – fosse riuscita a entrare in un San Paolo enorme, gigantesco, un microcosmo (micro?) con posti a sedere che spuntano dal nulla: venghino, signori venghino, e s’accomodino pure. È come se Napoli avesse deciso di ritrovarsi lì, accovacciato intorno al falò in attesa delle magie di Lavezzi e di Cavani e, stipandosi, uno sull’altro, ce l’avesse fatta. L’onda anomala che ha invaso Fuorigrotta è in quella moltitudine di uomini, donne, vecchi e bambini che si è concentrata in quello spicchio di mondo antico, in cui lasciarsi andare con i sogni: 919.443 – novecentodiciannovemila e quattrocentoquarantatré – spettatori, sparsi in otto mesi, distribuiti nel corso di ventidue partite, una folla straripante che non conosce soste, né ostacoli, che non teme il freddo e non soffre il caldo, che rinuncia allo shopping prenatalizio, che se ne fa un baffo del lancio dei saldi.

UN MILIONE – È come se a un certo punto della vita quotidiana, parta una copia di Così parlò Bellavista e il nonnetto, stupito, esclami: ’nu milione! Ma sì, il tetto d’un milione di spettatori è a portata di San Paolo, perché i numeri – che nel loro piccolo non mentono – già annunciano il lieto evento, considerata la media pregressa che è di 41.792 e verificate che all’orizzonte restano per il Napoli quattro gare interne: la Lazio dopo la sosta, l’Udinese quindici giorni più tardi, il Genoa e dopo due settimane l’Inter per un big-match da tutto esaurito. Fatta, praticamente già fatta, perché Napoli non tradisce, non conosce il distacco, non s’inquieta, non si appaga, non inabissa la sua passione nell’umore.

THE BEST – La madre di tutte le partite, manco a dirlo, è quella con la Juve, che strapazza qualsiasi avversaria – persino il Liverpool – che può vacillare (ma chissà) solo per la penultima di campionato, con l’Inter, nella quale potrebbe esserci in palio il passi per il Paradiso. Napoli-Juventus ha portato al San Paolo 60.480 spettatori, seimila in più del faccia a faccia con il Milan, settemila in più d’un match carico di suggestioni come quello di Europa League con i Reds, addirittura quindicimila in più della Roma, che è arrivata a Fuorigrotta a inizio stagione ma che rappresenta – comunque – un’avversaria storica e dell’andata dei sedicesimi di Europa League con il Villarreal. Quando c’è la Vecchia Signora, Napoli non si concede alcuna distrazione.

IL MENO – In campionato: solo tre volte sotto i trentamila, ben otto volte al di là dei quarantamila; in Europa: una sola volta al di qua dei trentamila, e nelle altre tre circostanze un totale da brividi: centoquarantamila spettatori. Due gare di Coppa Italia, per complessivi settantatremila presenti. La fede, espressa in cifre, è un atto d’amore e le proiezioni – dati alla mano – indicano come il match con l’Udinese quello del traguardo del milione di tifosi al San Paolo. Il minimo stagionale, nella prima domenica di novembre, con il Parma: 26.931. L’avviso di una stagione elettrizzante già con l’Elfsborg, spareggio per l’accesso ai gironi di Europa League, con 33.534 paganti.

ALLA CASSA! – Il calcio costa e il Napoli sa essere attento ai propri conti, che tornano pure grazie ad incassi che si staccano dal contesto nazionale e rappresentano una voce incoraggiante per il proprio bilancio: dall’Elfsborg al Cagliari, cioè dal 19 agosto ad oggi, la slot machine del calcio ha concesso poco meno di venti milioni di euro. Chi trova un milione di amici, trova un tesoretto. Così parlò, Napoli.

Antonio Giordano
Corriere dello Sport

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