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Un telex in banca e capii: preso Maradona

Questi ricordi risalgono a  circa 27 anni fa, e qualche volta ho accennato ad essi in qualche mio commento agli articoli del Napolista. Quindi qualcuno più attento (come admin che lo è per contratto), si accorgerà di averli già letti. Oggi mettiamo un poco di ordine nella memoria.

Ai primi di giugno il calcio-mercato impazza sui giornali, che all’epoca erano quasi l’unico mezzo diretto di informazione. Le tv locali, dopo i primi timidi passi iniziali, erano abbastanza cresciute per proporre informazione in generale e sportiva quotidianamente. Nel senso che molti si limitavano a leggere in diretta i quotidiani, tenendo tra le mani delle fotocopie e non i giornali originali, per dare l’impressione che si stesse leggendo una “velina”. Che all’epoca non sculettavano ancora.

Ai primi di giugno un trafiletto su alcuni quotidiani ci informava del disagio di cui Maradona ormai soffriva a Barcellona. Nessuno poteva accostare questa notizia alle sorti del Napoli. Eravamo appena miracolosamente evitato la serie b, nonostante che l’anno prima avessimo comprato nientemeno che Ramon Diaz, il centravanti dell’Argentina, che già sembrava un sogno. La stampa napoletana faceva i paragoni con Paolo Rossi e, immancabilmente, Diaz risultava quanto meno più completo. Avevamo tutti negli occhi il gol che l’argentino del Napoli aveva fatto ai mondiali contro il Brasile, dove Diaz era risultato uno dei migliori e Diego si era addirittura fatto buttare fuori.

Quando venne fuori che Ferlaino si era incontrato al largo di Barcellona sulla sua barca con  Cysterpiller, amico d’infanzia e procuratore di Maradona, Napoli fu scosso da una specie di Tsunami. Ricordo che all’epoca erano permessi non ricordo se uno o due stranieri per squadra. La Juve aveva Platini, l’Inter Rummenigge, il Milan ondeggiava tra Blisset (il Calloni nero) e Hatley, la Roma aveva Falcao, l’udinese aveva Zico e la Fiorentina, fortunatamente, soffiò Socrates al Napoli. Nun so’ bbuon a niente! Era il commento del tifoso napoletano alle strategie di mercato del Napoli, che dopo il tramonto di Krol, non aveva più azzeccato l’acquisto di uno straniero. La notizia di Maradona era considerata una delle solite sparate per vendere qualche copia in più. I giorni passavano e le notizie diventavano sempre più insistenti. Juliano era partito per la Spagna, ma i dirigenti del Barcellona non avevano neanche voluto riceverlo. Qualcuno ipotizzava un dirottamento su Hugo Sanchez, folletto messicano del Real, che già sembrava un’operazione difficile. Il vice-presidente del Barca, tale Gaspart, credo sia stato l’individuo più maledetto al mondo in quel periodo. Non ne voleva sapere di ricevere Totonno, figurarsi intavolare una trattativa e per di più portarla a termine. Ma intanto Diego rilasciava dichiarazioni d’amore verso Napoli e di insofferenza nei confronti di Barcellona. Si vagheggiava di dove avrebbe potuto prendere alloggio in città, visto che pretendeva villa con giardino, piscina, campi di tennis e,forse, anche di calcio incorporato. L’unica era alloggiarlo alla Floridiana o al parco di Capodimonte. Negli uffici, nei negozi, dal barbiere, nei bar non si parlava d’altro. Un giorno sembrava fatta, un altro pareva saltasse tutto. Si arrivò cosi verso fine mese. Erano in corso gli Europei e, maledizione, la Spagna era arrivata in finale con la Francia. Sicchè, quando gli emissari del Napoli erano arrivati a Barcellona pronti per discutere dell’affare del millennio, Gaspart e gli altri erano a Parigi per assistere alla finale. E qui entra in ballo il mio ricordo personale. Per le mie mani era passato un “telex” proveniente da una banca spagnola, che mi pare si chiamasse Mas-Sardà (un cartaceo che stampava una telescrivente ad accesso segreto e che quindi, a differenza dell’odierno fax, aveva valore contrattuale e legale), in cui si chiedeva la disponibilità di alcuni istituti bancari ad una eventuale copertura a fronte di esposizione della S.S.Calcio Napoli. Non c’era specificato altro. Ne ho mai saputo quale fosse stata la risposta fornita dalla mia banca alla consorella spagnola. Ma era facile trarre le conseguenze: la trattativa, al di la di quello che dichiaravano gli spagnoli, esisteva, ed io ne avevo avuto tra le mani la prova. Eravamo arrivati al 30 giugno, e “la notizia” non arrivava. Divorai il telegiornale delle otto che era condotto da Bruno Vespa, che ancora non girovagava porta a porta tra plastici e diete mediterranee. Nei titoli iniziali si disse che la trattativa tra Napoli e Barcellona era definitivamente saltata. Ma io sapevo quello che gli altri non potevano sapere. Avevo ancora speranze. Alla fine del telegiornale passarono un foglio a Vespa per una notizia dell’ultima ora. Poteva essersi trattato di qualsiasi cosa, da un attentato ad un terremoto. Ma io già sapevo di cosa si trattava. Eravamo riuniti in un circolo sportivo ed i mie amici se lo ricordano ancora. Prima che lo dicesse Vespa, esclamai: Ci siamo! Bruno Vespa disse che lo informavano in quel momento che la trattativa Maradona era inaspettatamente ripresa. Da quel momento fu un turbinio di notizie. Ci tuffammo sulle tv locali. Alle 22.30 Telelibera63 che trasmetteva Notte Sport, disse che era ufficiale: Maradona era un giocatore del Napoli! Ci fu un tripudio pari solo al gol di Carnevale alla Fiorentina che avrebbe di li a qualche anno sancito il primo scudetto. Scendemmo in strada. In via Toledo, all’altezza del Banco di Napoli, c’era gente che urlava ringraziamenti. Erano spuntate bancarelle con le sacre immagini di Diego. Un donnone dei quartieri vendeva poster con la firma originale di Maradona. Domandai quanto costasse e poi, acquaiò, l’acqua è fresca?, chiesi, ma la firma è vera? E certo, giuvinò ca è overa! L’ha messa mio marito con le ue mani. L’abbracciai e le diedi 5 mila lire. Non ho più ritrovato quel poster, ma darei non so cosa per ritrovarlo.

Un caro saluti a tutti dal passato da

PASQUALE DI FENZO

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