Furie scatenate. Roma vale una stagione e il Napoli lo ha capito. Forza ragazzi. Ieri è intervenuto Mazzarri per moderare gli impeti e l’aggressività nella partitina in famiglia: come una finale di Coppacampioni, in attesa del ritorno dei nazionali in programma oggi. Volevano vincere tutti e non si sono mai risparmiati, al punto da indurre il tecnico a sospendere per un momento la sfida, troppa foga. Urlavano tutti, parlavano troppo. E Cavani imprecava per un rigore negato alla sua squadra, contestando l’arbitraggio. E chi era l’arbitro? Concina, l’assistente di Mazzarri. Tutti che urlavano, tutti che sbraitavano. Ma una grinta positiva. Nulla a che fare con la sacrestia di Donadoni. Bravi ragazzi, Roma si carica così. Neanche in allenamento vogliono perdere, figurarsi all’Olimpico. Scatenato l’uruguagio, con la rabbia in corpo su ogni pallone. Gli altri come lui, d’altronde. Il Matador ha sfoderato tra l’altro un numero incredibile, in forbice sollevato ad metro da terra per colpire il pallone, una magia. Conclusa sul pareggio con i gol di Mascara e Santacroce, la rivalità è proseguita e si è conclusa sui calci di rigore. Fuori copione invece una battuta del Matador, confidata ad un tifoso che gli ha regalato il pallone della sua tripletta al S. Paolo contro la Sampdoria, ed in suo possesso: «A Roma vogliamo vincere…». Il Napoli sta crescendo.
Nessuno vuole perdere, nemmeno in partitina
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