Con l’incontro di ieri si chiude una settimana altalenante e una fase esaltante. Le quattro sberle alla Samp, il tonfo nella fatal Verona e di nuovo al San Paolo contro il Cesena a raccogliere la quattordicesima vittoria di questo campionato hanno rimesso in moto un sali e scendi che ancora oggi non riesce a ben definire quali siano i reali obiettivi del nostro team. Ogni vittoria riesce a spazzare via il passo falso che poco prima ci aveva depresso. Ogni vittoria ci fa sognare ciò che ad inizio stagione poteva rappresentare un’utopia non riferibile, per poi ritornare con i piedi sulla terra ad ogni incidente di percorso e raccontarci “beh, questa è la nostra vera dimensione, cosa mai ci era balenato in testa? La nostra dimensione è l’agognata Champions League. Il resto sono solo chiacchiere…forse”. Sinceramente non so più cosa credere, mi sembra di essere sulle montagne russe. E’dalla vittoria sulla Samp a Genova che mi pongo questa domanda: Cosa siamo?
Chiusa questa fase che ci vede ancora incredibilmente al secondo(o terzo) posto, ora penso che ciò che ci stiamo accingendo a vivere nel terribile ciclo di Febbraio, possa finalmente dare una risposta alla mia domanda. Le prossime cinque partite notturne decideranno il nostro futuro e quale sia la nostra meta da raggiungere sia in campionato che in Europa, a partire da sabato prossimo contro la Roma all’Olimpico per chiudere a San Siro nell’ultimo giorno del mese contro l’odiato Diavolo. Nel mezzo, la partita in casa contro gli amici catanesi e la doppia sfida contro i canarini spagnoli. Il campionato si gioca ora, l’Europa si decide ora. Il primo Marzo sapremo finalmente se sulla carta d’identità, alla voce “segni particolari” ci sarà la possibilità di leggere “bellissimo”o meno. Io ci credo e lo spero.
E’ chiaro che non saranno queste cinque partite a decidere l’intera stagione, ma è altrettanto chiaro che da queste, si capirà se siamo carne oppure pesce. Il sangue e la grinta dimostrata in quasi tutte le sfide mi fa propendere alla prima ma c’è anche da dire che questo è un periodo in cui si sta obiettivamente tirando il fiato. Ma i risultati ci danno ragione, il sontuoso Matador continua la sua personale scalata verso il record alla cima dei bomber, Mascara sembra che si sia inserito alla grande nella nostra realtà, Josè Sosa ha dato segni di vita, abbiamo la seconda miglior difesa e l’entusiasmo, vera arma del nostro gruppo, è sempre di più alle stelle, il nostro Mister, soprannominato “il Provinciale”, è il favorito a vincere la Panchina d’oro, Ruiz è tutto da scoprire e soprattutto siamo sempre lì, silenziosi e indifferenti alla maggior parte dei media e della carta stampata. Cosa volere di più? Un Gargano. Gli ingredienti ci sono tutti e spero che questo attimo di leggero appannamento del gioco sia solo una preparazione per il ciclo tremendo che stiamo per affrontare. Per quanto riguarda il piccolo uruguaiano, dico: abbiamo criticato Cannavaro per anni, abbiamo criticato Dossena, Maggio, Zuniga, e finanche Lavezzi ed Hamsik, abbiamo criticato “il Provinciale” e il Chiacchierone di Roma, ma alla fine, un po’ con tutti, ci siamo dovuti ricredere e felici ammettere che questo Napoli ci piace così, ci piace lassù e che una macchina perfetta non esiste. Gargano di sicuro ha piedi imperfetti, ma come per tutti, alla fine, invocheremo il suo nome. Forza “el Mota”, non mollare. In questo Febbraio da pazzi, ci servono la tua corsa, i tuoi polmoni e il tuo pressing. E sulla tua carta d’identità non leggeremo mai “bellissimo”, ma le utopie esistono per trasformarsi in sogni, no? Io credo poi, che senza di te, il nostro centrocampo diventerebbe il più lento della serie A. Ne riparliamo a inizio mese prossimo, quando tutto sarà più chiaro e capiremo cosa effettivamente siamo. Speriamo di rinascere tutti ancor più belli a primavera, quando la smetteremo di lamentarci anche dei tuoi piedi da cane e quando la madre dei gatti non sarà più incinta.
Gianluigi Trapani
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.