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Al gol del Matador
anche mia moglie urla

Adesso ne sono certo. Edinson Cavani tutto può. Ieri ne ho avuto la prova provata. E non si tratta del fatto che lui riesca a segnare gol a raffica e di fattura normale od eccezionale. Si tratta d’altro. Molto più difficile da concretizzare.Quasi un miracolo. Per il pranzo domenicale mia moglie aveva attuato quanto prescritto da Pedersoli nella sua abituale rubrica calcistico-culinaria. In onore alla squadra ospitante ed un poco anche all’Ilaria, aveva preparato il tipico piatto pugliese delle orecchiette con cime di rape “ca putevan ì ‘nnanzo ‘o rre! A tavola eravamo in cinque. Oltre a me e mia moglie, le due ragazze, più quello che ormai è diventato ospite quasi fisso tra i suppellettili di casa. Tanto che comincio ad avere il dubbio che la cosa sia abbastanza seria. A scanso di equivoci il primo piatto veniva fatto fuori prima che iniziasse la partita. Un buon bicchiere di Aglianico dava inizio al collegamento da Bari. Nessuno si permetteva di abbandonare i propri posti di combattimento, anche perché dalla cucina veniva fuori il profumo di una fritturina gamberi, triglie e calamari, che, nonostante il Pocho, era un peccato gustare fredda. Così il pranzo filava via tranquillo senza grosse emozioni per tutto il primo tempo, non senza la chiusura con un altro mezzo bicchiere al triplice fischio dell’arbitro che metteva fine alle ostilità. Sarà stato che l’Inter già aveva perso, che Juve e Lazio pareggiassero, ma nell’aria, oltre all’odore della frittura, c’era qualcosa di promettente. Poi avevo giocato una bolletta da due euro con la vittoria del Napoli, naturalmente, e tutti pareggi per le partite in corso. E al momento mi mancavano solo Napoli e Fiorentina per vincere ben trecento euro. Speriamo bene. Se vinco vi regalo cento euro a testa. Dico spavaldo, non pensando che in caso di vincita ci avrei rimesso cento euro. Comunque, forse anche in virtù di tanta generosità, potevamo accomodarci in salotto per l’inizio della ripresa. Quando il Pocho viene atterrato al limite dell’area senza che l’arbitro buttasse fuori il barese per fallo sull’ultimo uomo, c’è stato come un movimento sincronizzato fra me ed il giovin pretendente, che ci ha spinto ad alzarci di botto, e mentre lui, educatamente, si limitava ad un urlo strozzato, a me è partito un “cornuto” che l’arbitro, preoccupato, mi è sembrato che si sia toccato la fronte con le dita. Sulla punizione seguente Lavezzi ha fatto una “malatia” degna dei suoi connazionali che l’hanno preceduto in maglia azzurra. Nella mia mente scorreva la classifica. Napoli da solo a 40 punti ed il Milan, per il momento, a 41. Per un attimo ho maledetto quel pippone di Guardiola che ha dato il suo benestare alla cessione di Ibraimovich al Milan: cosa sarebbe stata ora la classifica se il Barcellona non si fosse fatto allettare da un pacco di cambiali che non copriranno neanche la metà della spesa sostenuta l’anno prima per lo svedese. Così oggi il Milan è primo e berlusca se la bea tra le lenzuola, mentre anche la Mercegaglia si accorge che il paese si trova con le pacche nell’acqua. Poco male, quando pareggia la Fiorentina le ragazze, come ad Arcore, vedevano le banconote da cento euro sventolare davanti ai loro occhi. Ma è solo un momento, perché il Bologna passa in vantaggio ed il resto della famigliola non capisce perché io, nonostante la perdita finanziaria, esulti lo stesso. A questo punto si concretizza il miracolo a cui avevo accennato all’inizio. Quando il Pocho si invola sulla sinistra e mette al centro una palla con l’etichetta “basta spingere” per Cavani, io mi accascio sul divano sfinito, mentre, e qui sta il miracolo, mia moglie comincia a gridare : Matador! Matador. E’ riuscito a convertirla. Lei, l’agnostica. L’atea del calcio. E’ stata folgorata sulla strada per il S.Paolo. Neanche Sant’Agostino dopo le confessioni poteva sperare in tanto. Ora niente ci è precluso. Vuol dire che la forza è con noi. Trema Milan. Sei tu l’anti-Napoli, nel frattempo che liquidiamo una praticuccia coi tui degni cugini dell’Interr e sorèta a coppa (Italia). A mercoledì prossimo.

Pasquale di Fenzo

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