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A Baires la milonga
con la maglia numero 10

Buenos Aires. Una banda di tango, una serata normale a San Telmo, almeno per quello che a Buenos Aires si considera normale. La maldita milonga – la milonga maledetta – doveva essere uno spunto per un articolo sulla tradizione del tango portata avanti da giovani. Ma quando l’orchestra è salita sul palco un particolare ha colpito la mia attenzione: che ci fa un musicista di tango con la maglietta numero 10, quel 10, del Napoli? Non ci potevo credere. Passi per le vie commerciali della città, dove si vende qualsiasi cosa con l’immagine di Maradona, ma che uno dei bandeonisti dell’orchestra El Afronte – il bandoneon è lo strumento tipico e principale del tango – si metta a suonare una composizione di Astor Piazzola con la maglietta di Maradona proprio non me lo aspettavo (non essendo napolista non me la sento di chiamarlo Diego, non vorrei offendere nessuno).
Così aspetto che l’orchestra finisca di suonare e poi, cercando di attraversare la pista senza dare fastidio alle coppie che ballano, mi precipito a chiedere delucidazioni. Il bandeonista, che come se non bastasse assomiglia pure a Maradona, si chiama Martin, e racconta che da poco sono tornati da una trasferta a Napoli, dove il 9 novembre hanno suonato al Cine Pierrot per il Festival del cinema dei diritti umani. Il giorno dopo avevano deciso di fare un giro per la città e naturalmente, prima di ripartire, mangiare una pizza. Quel giorno, il Napoli giocava contro il Cagliari fuori casa. Poco prima dell’inizio della partita l’orchestra El Afronte si ritrova in una pizzeria a Portici, paralizzata dalla prossimità al fischio d’inizio ma ancora abbastanza lucida da rendersi conto di avere un tavolo di argentini da servire. Argentini, ossia i fratelli d’oltreoceano. «Vediamoci la partita insieme» gli dicono. L’orchestra al completo annuisce. Da quel momento, il delirio. Secondo quanto racconta Martin, condividere con tutti i camerieri e i proprietari della pizzeria la partita vinta dal Napoli al novantesimo con un gol di Lavezzi è stata una delle esperienze migliori della sua vita. «Impressionante», l’ha definita. Il giorno dopo, prima di ripartire, ha comprato la maglietta.
Giulia De Luca

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