Che il calcio italiano sia in piena crisi economica lo leggiamo da un bel po’ di tempo. Basta consultare le cifre spese nel calciomercato estivo e in queste prime due settimane di sessione invernale per rendersene conto. Gli acquisti più clamorosi sono stati quelli di Cassano e Toni: entrambi a costo zero (0). Uno dei pochi presidenti del calcio nostrano che negli ultimi anni ha immesso un po’ di danaro liquido nel circuito è stato proprio il buon Aurelio De Laurentiis. Ci siamo già soffermati qualche tempo fa sul contraddittorio operato di Pierpaolo Marino e dei soldi versati a pioggia nelle casse di mezza serie A. A quanto pare sembra che con il Napoli si sia presa una particolare abitudine: chiedere tanto quanto bisogna vendergli un calciatore, offrire niente per acquistarlo. L’ultimo, in ordine cronologico, che ci sta provando è il torinista Urbano Cairo che richiede dieci milioni più una serie di bonus per un ragazzo di buone speranze e zero esperienza come Ogbonna. De Biasi, suo ex allenatore, giura che li vale tutti. A noi semplici tifosi resta qualche perplessità nel sentire cifre macroscopiche accostate ad un ragazzino di 21 anni con appena 8 presenze nell’under 21 e appena 19 presenze in serie A in un retrocedente Torino. Ma anche all’estero pare si voglia speculare sulle casse partenopee: l’Espanyol chiede più di dieci milioni per Victor Ruiz, classe 1989, con all’attivo appena 35 presenze nella Liga. In parte è un discorso che può essere riferito anche a Gokhan Inler, anche se i 15 milioni richiesti da Pozzo per il calciatore svizzero sembrano più congrui all’esperienza e al talento del centrocampista. Il modello di mercato a cui fa riferimento il Napoli nell’era De Laurentiis è certamente quello di acquistare ragazzi di belle speranze da far maturare all’interno dell’organico nel corso del tempo. A guardare la rosa del Napoli attuale e quelle passate non è possibile rintracciare nessun campione acquistato già ai picchi della carriera. L’unica eccezione è stata forse solo l’ingaggio di Fabio Quagliarella che comunque militava nell’Udinese e non nel Chelsea. Lo stesso Cavani, a dispetto del rendimento attuale, è stato acquistato come giovane di sicure prospettive, non certo come il campione che sta dimostrando di essere. Una politica utile quando c’è la necessità di mantenere sotto controllo il monte ingaggi. Se Ogbonna o Ruiz costano dieci milioni, pur non valendoli ancora, è proprio perché sono calciatori che non possono ambire ad ingaggi da top player. Eppure il Napoli ormai non è più alla stregua di club come l’Udinese che da anni compra a poco e vende a tanto, la società azzurra potrebbe già ambire a modelli di società più ambiziosi. La domanda, come diceva quel tale, sorge spontanea: conviene fare questo tipo di mercato? Non sarebbe più propizio acquistare calciatori già affermati pagando poco il cartellino e un po’ di più l’ingaggio? Alla cifra richiesta per Ogbonna o Ruiz sarebbe possibile acquistare ad esempio il cartellino di Mexes dalla Roma e, in passato, avremmo potuto ammirare alle pendici del Vesuvio giocatori come Borriello o Cassano. Fino ad ora sembra che la politica partenopea stia dando ottimi frutti. Ma proprio il nostro ultimo avversario, la Fiorentina, per insistere in questo genere di politica acquisti sta costantemente perdendo quota nel panorama della massima serie. Da semplici tifosi non possiamo che stare a guardare. Sembra però ormai giunto il momento del cambio di passo. Se non a Gennaio, almeno per Giugno ce lo auguriamo. Se son rose.. le rose fioriranno: di campioni.
Valentino Di Giacomo
Con i soldi di Ogbonna preferisco prendere Mexes
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