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Fonseca: «Mi aspettavo questi problemi con i senatori, io lavoro per risolverli e non mi nascondo»

In conferenza: «La mia squadra è presuntuosa, è lo stesso atteggiamento delle ultime dieci partite dell’anno scorso. Non mi preoccupa ciò che pensano gli altri»

Fonseca: «Mi aspettavo questi problemi con i senatori, io lavoro per risolverli e non mi nascondo»
Mg Bergamo 06/12/2024 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Milan / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Paulo Fonseca

Paulo Fonseca è intervenuto in conferenza per presentare la gara contro il Genoa che si disputerà domani. L’80% delle domande della stampa presente verteva su quanto accaduto mercoledì in coppa, specialmente riguardo alle dichiarazioni post-gara del portoghese che tanto avevano fatto discutere il mondo rossonero, dividendolo tra chi critica i giocatori e chi il tecnico.

Fonseca: «Il Milan dev’essere all’altezza della sua storia»

Di seguito le dichiarazioni integrali del portoghese in conferenza:

«Per me sarebbe stato facile parlare solo della vittoria con la Stella Rossa, ma domani il Milan fa 125 anni e noi dobbiamo essere all’altezza di questa storia. E per me, dopo mercoledì, non era così. Con l’atteggiamento di mercoledì non potevamo essere all’altezza di un club che ha fatto la storia del calcio. Ho parlato alla squadra, ho parlato con i giocatori con cui volevo parlare e siamo pronti per domani.»

Su Theo:

«Non ho niente da aggiungere a ciò che ho detto mercoledì. Non dirò qui i nomi, ma ho parlato con i giocatori, gli ho detto quello che penso a quattr’occhi e dobbiamo andare avanti. Dopo la partita, negli spogliatoi, tutti avevano lo stesso feeling e per me questo è stato molto positivo. La squadra poi ha lavorato bene, l’atmosfera è buona. Noi siamo una famiglia, il problema va risolto in spogliatoio ed è ciò che abbiamo fatto.»

La dirigenza l’ha supportato?

«Come sempre abbiamo parlato. Siamo stati alla festa del settore giovanile. Come sempre ho sentito l’appoggio della società. Domani giocherà la squadra migliore che io penso per vincere la partita. Non so chi giocherà domani.»

Perché ha parlato pubblicamente?

«Primo perché dico sempre la verità, mi è difficile nascondere ciò che sento dopo la partita. Secondo: sono messaggi importanti da far passare. Voi non siete dentro, non sapete tutto, ma ho avuto la necessità di parlare pubblicamente.»

Giocheranno i ragazzini domani?

«Il progetto di Milan Futuro è importante per avere più calciatori pronti per la prima squadra. Quello che posso dire è che domani vedremo qualcuno in campo.»

Si aspettava questi problemi con i senatori?

«Sì, a questo livello è normale avere queste situazioni. Io sono pagato per risolvere i problemi. Non chiudo gli occhi davanti ai problemi, io lavoro per risolverli. In tutte le famiglie ci sono i problemi e noi siamo una famiglia.»

Non sono segnali di debolezza i suoi?

«Non sono preoccupato da quello che pensano gli altri fuori.»

Domani c’è Van Basten. Quanto sarebbe da Milan il primo gol di Camarda?

«Fai bene a farmi questa domanda. Noi dobbiamo far crescere Camarda con equilibrio. Le aspettative e le pressioni sui giovani non sono buone. Per favore: non creiamo pressioni a Camarda. Lui è un ragazzo equilibrato, lasciamolo stare equilibrato. Io sono attento al suo lavoro. Devo pensare sempre bene quando e come utilizzarlo. Questi ragazzi devono giocare nel tempo e nel momento giusto. Ha qualità, ma deve continuare a crescere. Non deve avere questo peso di essere decisivo. Lasciamogli fare il tragitto di un giovane.»

Dopo cinque mesi vengono ripetuti gli stessi errori in fase difensiva?

«Non ho parlato di questioni tattiche o tecniche mercoledì, perché il problema non è stato tattico. L’unico problema è l’atteggiamento. Loro non hanno creato praticamente nulla, ma penso che la squadra difensivamente stia molto meglio.»

Ti è già capitato una situazioni simile?

«Sì, e spesso così si risolvono. Sono cose normali. Magari qui è una questione ancora più specifica.»

La società sapeva cosa avrebbe detto mercoledì?

«I dirigenti non hanno parlato con la squadra. Io ho parlato con la società, come succede normalmente.»

Sul gioco che non decolla:

«Ho tutto il tempo per spiegare. Mi hanno portato qui per cambiare il modo di giocare. Sono arrivato qui e c’erano 15 giocatori, siamo andati negli Usa con tanti giocatori non della prima squadra o comunque non importanti nel recente passato del Milan, perché molti erano in nazionale. I giocatori importanti sono arrivati 8 giorni prima del campionato e non è facile cambiare in così poco tempo. Poi non è facile allenare perché lo step che vogliamo fare c’è bisogno di più tempo, anche se già siamo migliorati. Abbiamo avuto delle buone partite, non tutti i risultati che volevamo. Rispetto all’inizio siamo progrediti, il problema per me è mentale. Siamo sulle montagne russe.»

Fonseca analizza il suo Milan tatticamente

«E se facciamo analisi su tante cose tattiche c’è stato del progresso. Il problema per me è mentale, sento che è come una montagna russa. Partite come contro l’Empoli, contro il Sassuolo… Anche a Bergamo abbiamo fatto cose buone: hanno creato più contro il Real che contro di noi. Il problema è stato il secondo tempo, dove non abbiamo attaccato. Poi è arrivata la Champions League e non abbiamo avuto l’ambizione mentale per continuare a crescere. Mi sembra che quando la squadra pensa che ha vita facile nelle partite, come contro la Stella Rossa, ha questa presunzione. Ed è questo il problema. Io sono ritornato indietro al tempo in cui non ero qui. Le ultime dieci partite dell’anno scorso e ho visto che si dicevano le stesse cose: non è cambiato. Non si può dire che è solo quest’anno. Ho sentito che si parlava dell’atteggiamento della squadra.»

C’è la necessità di trovare nuovi leader? Domani chi indossa la fascia da capitano?

«Io ho la mia opinione. Quando sono arrivato qui il Milan aveva già tre capitani. Calabria, Theo e Rafa. Immagina se cambio il capitano, voi mi ammazzate perché ho cambiato il capitano. Io ho fiducia nel capitano che abbiamo. Se sono d’accordo, è un’altra cosa. Ma ho rispettato la gerarchia della squadra, e continuerò a farlo. Fino a quando non deciderò di cambiarlo.»

Il Milan è uscito dalla corsa scudetto? O nutre ancora un briciolo di speranza?

«Come sempre, voglio essere onesto. Penso che ora è più difficile, ma dentro di me io continuo a crederci. Che posso dire di più? Non è che è facile, ma continuo a crederci.»

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