Telegraph: guadagna 10 milioni all’anno circa, con la sua cessione il club potrebbe essere più tranquillo in merito alle minacce fair play.
Il Manchester United apre alla cessione di uno dei suoi pupilli, ovvero Marcus Rashford. Secondo il Telegraph, infatti, il club non sarebbe contento di alcuni suoi atteggiamenti extra-campo.
Lo United vuole liberarsi di Rashford
Il quotidiano scrive:
Rashford sta lottando per salvare la sua carriera nel Manchester United dopo le voci che lo volevano fuori dal club la scorsa estate. Si dice che lo United sia preoccupato per il suo stile di vita fuori dal campo e ci sono timori che non sia più tanto concentrato sul calcio. Le nostre fonti rivelano che si tratta di qualcosa a che fare con delle distrazioni extra-calcio che stanno influenzando le sue prestazioni. All’attaccante è stato tolto due settimane di stipendio a gennaio dopo aver trascorso una notte a Belfast e, il giorno seguente, essersi dato per malato. L’ex tecnico Erik ten Hag lo aveva lasciato fuori dai titolari in un match contro il Wolveramphton nel 2022 per motivi disciplinari. Ora ha ancora la possibilità di cambiare le cose con il nuovo allenatore Ruben Amorim, ha segnato tre gol in cinque presenze, ma il tempo sta per scadere e lo United ha bisogno di vederlo volenteroso.
Difficile, però, che trovi qualcuno che lo ingaggi a gennaio:
Guadagna circa 1o milioni di euro all’anno e per mesi non ha dimostrato il suo potenziale. C’è una maggiore possibilità che venga scaricato in estate. Potrebbero esserci le opzioni Psg e Arabia Saudita per lui. Della sua vendita potrebbe beneficiare lo United date le preoccupazioni per il fair play legato a profitto e sostenibilità. Il club è sotto pressione per ridurre i costi delle ultime tre stagioni.
Il suo futuro è ancora tutto da scrivere, ma a febbraio Rashford aveva dichiarato al Player’s Tribune:
«Non sono una persona perfetta. Quando commetto un errore, sono il primo a alzare la mano e dire che devo fare meglio. Ma se si mette in discussione il mio impegno per il Manchester United, allora devo parlare. È come se qualcuno mettesse in discussione la mia intera identità e tutto ciò che rappresento. Sono cresciuto qui, gioco in questo club da quando ero ragazzino. La mia famiglia ha rifiutato i soldi che mi avrebbero cambiato la vita quando ero un bambino per poter indossare questa maglia».