Al CorSera: «Quando Schumacher ha avuto l’incidente sugli sci è stata una botta per me, ho capito che la vita può cambiare in un secondo»
Jannik Sinner, numero uno del tennis maschile, ha sventolato la bandiera a scacchi ad Abu Dhabi, certificando il primo posto di Norris e la vittoria del titolo costruttori da parte della McLaren. Durante il weekend ha girato con Leclerc in pista su una Ferrari stradale (la 296), lo ha raccontato al Corriere della Sera.
Sinner: «L’incidente di Schumacher sugli sci mi ha fatto capire capito che la vita può cambiare in un secondo»
Che emozione ha provato seduto accanto a Charles?
«Esperienza unica. Ci messaggiamo, ma non ci eravamo ancora conosciuti di persona. Sapevo un po’ che cosa aspettarmi, avevo già girato a Fiorano ma non con lui. Incredibile il controllo che ha».
Il suo tennis è veloce come la F1. Cos’è per lei la velocità?
«Libertà, significa conoscere i limiti, rispettare tutto, e divertirsi. Anche all’inizio sugli sci cercavo di andare il più forte possibile. E in macchina, naturalmente in pista: mi piace il suono del motore. No, non ho paura: oggi me la sono goduta».
Ricorda il primo Gran premio che ha visto?
«Già da bambino seguivo sempre la F1 ma non ero mai stato a una gara dal vivo. Il primo ricordo è legato a Schumacher. Quando ha avuto l’incidente sugli sci è stata una botta per me».
Leggi anche: Tomba: «Sinner è il nuovo Tomba? Ha detto che ha lasciato lo sci perché aveva paura»
Nel 2013 lei era solo un ragazzino.
«Sì, ma quell’episodio mi ha fatto capire che la vita può cambiare in un secondo. Mai dare nulla per scontato, bisogna vivere giorno per giorno, godersela con un obiettivo».
Il suo obiettivo l’ha raggiunto: essere numero 1. Sinner è il Verstappen del tennis?
«Ho parlato poco fa con Max, commentavamo alcune sue parole. Ha detto che non rincorre i record di altri piloti, perché lui ama anche stare in famiglia. Siamo atleti, ma siamo anche persone: amici e famigliari sono le cose più importanti. Io cerco di fare il meglio possibile nel tennis, da domani (oggi ndr) riprendo la preparazione a Dubai, ma la penso come lui».
Come si sente?
«Abbiamo fatto dei test per capire che tipo di preparazione fare, quali strategie usare. Dietro ci sono tanti sacrifici, ho soltanto 23 anni, non 27 (come Verstappen ndr) e ho fatto solo questa stagione al top top. L’obiettivo non è vincere soltanto per tre anni, ma essere ancora in gioco quando ne avrò 30. Questa stagione è stata incredibile, ma tutto può cambiare».
Differenze fra piloti e tennisti?
«Non so come fanno: li intervistano due minuti prima di salire in macchina, si mettono il casco e via… Nel tennis non è così».