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La mamma di Santo Romano: «Grazie Meret e Napoli. Disarmiamo la città per cambiare i destini»

Il ragazzo ucciso per un piede calpestato: «Dobbiamo portare gli altri minori a riflettere sulla pena, poi la riabilitazione. Perdona Dio, io non sono Dio, ma sono un essere umano»

La mamma di Santo Romano: «Grazie Meret e Napoli. Disarmiamo la città per cambiare i destini»
As Napoli 03/11/2024 - campionato di calcio serie A / Napoli-Atalanta / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Alex Meret

Mena Di Mare, madre di Santo Romano, ragazzo assassinato a San Sebastiano al Vesuvio, è intervenuta su CRC, radio partner della SSC Napoli. Il 19enne è stato ucciso da un minore di 17 anni con un colpo di pistola mentre cercava di placare una rissa, agitatasi per una scarpa sporca. L’ennesima vittima della violenza tra i giovani che continua purtroppo a dilagare.

Santo si trovava in piazza, quando è scoppiata una discussione per futili motivi, legata a una scarpa costosa che era stata accidentalmente sporcata. Il 17enne, originario del quartiere Barra ha estratto una pistola e sparato senza nemmeno pensarci e colpendo il maggiorenne nel petto. A nulla sono valsi i tentativi dei suoi amici di soccorrerlo e portarlo in ospedale. Santo è morto tra le braccia del suo migliore amico.

La mamma di Santo Romano ringrazia Meret e il Napoli

Data la sua grande passione per il calcio – giocava come portiere con l’Asd Micri, nel campionato di Eccellenza -, il Napoli ha voluto omaggiarlo in campo. Ecco il racconto pieno di gratitudine della mamma:

«Io provo un grande dolore, chi è genitore può immaginare quello che provo. Combatterò per far avere giustizia a mio figlio, non mi arrenderò mai, perché i ragazzi buoni che vogliono godersi la vita ci sono. Qualcosa deve cambiare, per forza. Il dolore è mio e lo custodisco, ringrazio tutte le persone che hanno dimostrato tanta solidarietà nei miei confronti, alcune delle quali non le conosco nemmeno. Ci dobbiamo impegnare tutti, affinché lo Stato ci senta e affinché questi minori paghino per le proprie azioni. 

Ci tengo a ringraziare Alex Meret per il gesto che ha fatto poiché mio figlio era un suo fan, essendo portiere, e lo adorava. Ringrazio tutta la SSC Napoli, il portiere dell’Udinese che ci ha mandato la maglia e i tantissimi calciatori che ci hanno manifestato supporto e solidarietà. La cosa più bella è che, senza che noi chiedessimo nulla, ci sono stati gesti dal cuore da parte di tantissime persone. Io non sto chiedendo niente, sto solo portando avanti la mia battaglia e ci sono persone che mi stanno supportando, anche senza conoscermi e senza conoscere Santo».

L’amore per il calcio e il ruolo del portiere

«Per Santo il calcio veniva prima di tutto. Se c’era un evento importante, lui mi diceva che c’era l’allenamento o una partita e che sarebbe venuto dopo. Per lui veniva sempre prima il calcio. Ha iniziato a 4 anni su un campo da calcio, dicendo vicino al Presidente ‘Io voglio fare il portiere’, ci ha sempre creduto. Lancio un appello alla città: disarmiamo la città per cambiare i destini. La riabilitazione deve essere fatta dopo, il minore deve essere prima punito con una giusta penaSolo così possiamo riabilitare i giovani, disarmandoli e facendoli pagare per le proprie azioni. In questo modo portiamo gli altri minori a rifletterci. Se il messaggio che passa è che il minore può agire senza pagare, la città non si disarma mai. È il senso del carcere che deve cambiare».

Riguardo le scuse della mamma dell’assassino Mena Di Mare ha risposto: «Non parlo, per questo ci sono i miei avvocati. Si è scusata tramite social, personalmente non mi è arrivato niente. Non posso perdonare mai, non accetto scuse. Cito una frase sarcastica: ”Perdona Dio, io non sono Dio, ma sono un essere umano’».

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