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Pallanuoto, gli italiani aggredirono anche un arbitro donna e sottrassero il telefono a chi stava riprendendo

Il Corsera. Il ct Campagna minacciò un giudice: «Cosa ne sai di pallanuoto tu che sei del Montenegro». Solo sei mesi di squalifica perché il ct ha scritto una lettera di scuse

Pallanuoto, gli italiani aggredirono anche un arbitro donna e sottrassero il telefono a chi stava riprendendo
Parigi (Francia) 28/07/2024 - Olimpiadi Parigi 2024 / pallanuoto / Italia-Usa / foto Image Sport nella foto: Sandro Campagna

Pallanuoto, gli italiani aggredirono anche un arbitro donna e sottrassero il telefono a chi stava riprendendo

L’Italia di pallanuoto è stata squalificata da ogni gara per sei mesi e dovrà pagare una multa di 100mila euro per le aggressioni fisiche e verbali agli arbitri di Italia-Ungheria alle Olimpiadi. Lo ha deciso l’Aquatics Integrity Unit (Aqui), il tribunale del nuoto.

Il Corriere della Sera, con Marco Bonarrigo, riporta stralci del provvedimento.

«Dopo aver lasciato l’impianto per tornare al bus — scrivono i giudici — i membri della nazionale italiana si sono accorti della presenza a breve distanza degli arbitri del match con l’ungheria, li hanno circondati e aggrediti verbalmente e fisicamente. In particolare, il signor Campagna (commissario tecnico azzurro, ndr) ha iniziato a inveire contro di loro e ha anche minacciato (il nome è omesso, ma si tratta del giudice di gara Valesin Miskovic) dicendogli «Cosa ne sai di pallanuoto tu che sei del Montenegro. La tua carriera di arbitro è finita».

Pallanuoto, l’Italia non farà ricorso

L’aggressione non si è conclusa perché diversi membri della squadra «hanno seguito gli arbitri mentre si rifugiavano all’interno della sede bloccando chi provava a chiudere le porte». A completare un quadro già non edificante ci sono «l’aggressione verbale a un ufficiale di gara donna» che è stata anche spintonata e «la sottrazione del telefono a un giudice che cercava di documentare quello che stava succedendo con un video».

Scrive il Corsera che

la sanzione sarebbe stata molto più pesante se la Nazionale non avesse accettato di scusarsi (sia pure a denti stretti e senza ammettere direttamente le colpe, precisano i giudici) con una lettera di Sandro Campagna. 

L’Italia non farà ricorso.

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