ilNapolista

Melillo (Antimafia): «Ai capi ultras il calcio interessa poco, è business. Non è un fenomeno solo di Milano»

Al Giornale: «ero pm a Napoli e anche lì si coglieva la gravità di una situazione in grado di condizionare la vita dei tifosi normali che vanno allo stadio»

Melillo (Antimafia): «Ai capi ultras il calcio interessa poco, è business. Non è un fenomeno solo di Milano»
Schalke supporters wave a flag shows "Ultras forever" during the German first division Bundesliga football match Schalke 04 vs 1. FSV Mainz 05 in Gelsenkirchen, western Germany on September 25, 2012. AFP PHOTO / PATRIK STOLLARZ RESTRICTIONS / EMBARGO - DFL RULES TO LIMIT THE ONLINE USAGE DURING MATCH TIME TO 15 PICTURES PER MATCH. IMAGE SEQUENCES TO SIMULATE VIDEO IS NOT ALLOWED AT ANY TIME. FOR FURTHER QUERIES PLEASE CONTACT DFL DIRECTLY AT + 49 69 650050. (Photo by PATRIK STOLLARZ / AFP)

Melillo (Antimafia): «Ai capi ultras il calcio interessa poco, non è un fenomeno solo di Milano»

Il procuratore Antimafia intervistato dal Giornale.

«Questa indagine costringe ad aprire gli occhi sulla realtà. Bisogna smettere di fare finta di niente, smettere di girare gli occhi dall’altra parte davanti alla penetrazione criminale nel mondo del calcio». Parola di Giovanni Melillo, capo della Procura nazionale antimafia.

Procuratore, quanto è profonda la penetrazione della criminalità nelle curve? La retata compiuta in queste ore rivela aspetti sconcertanti.

«Il mio ufficio, la Dna, ha aperto da tempo una attività di analisi su queste realtà, con un gruppo di lavoro specializzato, e il
quadro che ne emerge viene confermato dalla indagine milanese in tutta la sua gravità. Siamo davanti a una deriva criminale negli stadi, a una mutazione di settori del tifo in cui ormai la passione calcistica è irrilevante, l’obiettivo è fare soldi e massimizzare il profitto. Le intercettazioni di Milano raccontano bene come i capi della curva il calcio interessi poco».

Melillo dice che non è questione solo milanese, lui viene da Napoli

Le due curve di San Siro quindi non sono un caso isolato, insomma.

«La deriva criminale che emerge dall’indagine della Procura di Milano discende da componenti mafiose che sono presenti anche in altri stadi. Io prima di arrivare alla Dna ero procuratore della Repubblica a Napoli e anche lì si coglieva la gravità di una situazione in grado di condizionare la vita dei tifosi normali che vanno allo stadio, il cui unico desiderio è vedersi la partita. Sarebbe ingiustificato affermare che gli ultras sono tutti criminali ma è chiaro che c’è nel mondo ultras una componente non secondaria che si pone con modalità criminali. C’è una dose di violenza, un clima di paura dentro gli stadi cui ci siamo assuefatti un po’ troppo facilmente».

ilnapolista © riproduzione riservata