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Spalletti: «Chi ama il calcio non gioca in trasferta, accetta di avere vicino il tifoso avversario che esulta»

Al Santobono: «Il Napoli di Conte diventerà super-forte se tutti riusciranno a dare disponibilità ai compagni di reparto»

Spalletti: «Chi ama il calcio non gioca in trasferta, accetta di avere vicino il tifoso avversario che esulta»
Italy's head coach Luciano Spalletti gives a press conference at the team's base camp in Iserlohn, on June 30, 2024, after they were eliminated by Switzerland in a round of 16 match of the UEFA Euro 2024 football championship. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

Nel primo pomeriggio di oggi il ct della Nazionale, Luciano Spalletti, insieme al Presidente dellAssociazione Artis Suavitas Aps Antonio Larizza e il Ceo di Lever Touch SpA Giovanni Liccardo hanno consegnato al Santobono-Pausilipon, Rodolfo Conenna e al Presidente la celebre Fiat Panda “scudettata”

In occasione della consegna l’ex allenatore del Napoli ha rilasciato alcune dichiarazioni

Le parole di Spalletti al Santobono

«Questa macchina è stata dipinta dagli occhi pieni di felicità dei bambini di Napoli, me l’avevano prestata per portarla a casa e io gliela sto semplicemente riportando. Spero faccia tanti viaggi della guarigione, sono contento: ringrazio i dirigenti della struttura per avermi permesso di donare questa macchina che per me è molte cose. L’idea mi è venuta vedendola sempre ferma in garage, non mi serviva niente così: ero sempre salutato dai bambini a Castel Volturno, ho ritenuto giusto fare qualcosa per restituirla alla loro felicità. Alcuni mi hanno detto di metterla all’asta, ma non avrei donato ciò che può essere il viaggio della speranza di tanti bambini, ci saliranno volentieri».

Sulla felicità dei tifosi?

«Ieri ho visto la partita e ho trovato uno stadio che ha sostenuto la squadra e che sente questa forza nuova che ha questo gruppo di calciatori. Secondo me è un gruppo importante, a Nisida dicevo che sette-otto giocatori facevano parte della formazione che avevo io ed il club ha lavorato bene per un gruppo di calciatori che può far rivivere certe emozioni. La città restituisce emozioni con attaccamento e disponibilità».

Che pensieri ha fatto in città guidando l’auto?

«Mi hanno salutato centinaia di persone perché l’hanno riconosciuta, tanti ragazzi in moto erano a decine attorno. Sembrava quasi che si fossero sostituiti alle renne di Babbo Natale che portano i doni. Erano tutti contenti di vederla, giusto che questa auto stia qui. La struttura può fare ciò che vuole, dovevo restituirla».

Pisilli e Maldini pre-convocati?

«I giovani italiani possono avere un futuro importante, Pisilli e Maldini sono tra i pre-convocati e ci fa piacere che ci siano forze nuove che possano ambire a dare un contributo e una mano alle difficoltà che avremo per mettere a posto le cose dopo l’Europeo».

Chiesa e Politano in Nazionale?

«Noi abbiamo deciso di ringiovanire la squadra ma loro due hanno una età accessibile e sono nei nostri pensieri. Però facciamo attenzione al modo di giocare, che è cambiato, e ci siamo affidati ad altri giocatori che sanno fare un po’ tutto in campo, si prendono responsabilità di altri ruoli e danno una mano in altre posizioni. In questo i centrocampisti sono quelli che riescono meglio a sviluppare la funzione e questo comportamento. Continueremo così, si va avanti con una punta, due punte, un sottopunta, la costruzione bassa a cinque giocatori e si dà continuità alle cose interessanti che abbiamo visto».

Chi ama non dimentica?

«Sì, certo, corretto, ma diventa impossibile dimenticare ciò che uno passa in una stagione a Napoli, nel bene e nel male».

Conte parla di ragionare con il noi e non con l’io, è il segreto per vincere?

«Importante che tutti riescano a dare disponibilità ai compagni di reparto, per diventare fortissimi non servono solo le qualità di 11 giocatori ma messe a disposizioni del collettivo, si diventa super-forti».

Mercato aperto?

«Non ci sono i ritmi corretti per fare le preparazioni con i nuovi compagni».

Tifoserie?

«Noi dobbiamo essere primi a sapere che ci sono rischi, dobbiamo dare insegnamenti corretti in campo. Dico una cosa banale ma fondamentale per il numero di persone che vedono le partite: servono stadi adeguati, altrimenti c’è disordine e ci sono le condizioni per avere comportamenti scorretti. La forza del tifoso, del sentimento che si ha per questo sport: chi ama il calcio non gioca in trasferta, come si vede in Inghilterra si accetta di avere vicino il tifoso avversario che esulta. Ho vissuto tanti derby in Italia corretti come in altri stadi, bisogna imparare»

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