Conte vuole trasformare il Maradona nel fortino del suo Napoli, il pubblico si è fatto sentire contro Parma e Bologna
Lo dice la storia di Conte allenatore: quando va in fuga, è dura per gli altri stargli dietro. Lo scrive la Gazzetta dello Sport con Vincenzo D’Angelo.
L’obiettivo di Antonio, adesso, è ottenere il massimo dal Maradona, la sua nuova casa, lo stadio che vuole trasformare nel suo nuovo fortino. Per ripetere l’entusiasmante cavalcata vissuta ai tempi della Juve, quando lo Stadium ribolliva per lui e i suoi ragazzi. «Per anni lo Stadium è stato il mio fortino, so quanti punti può regalare questo stadio» ha detto sabato sera dopo il match, ricordando i suoi anni in bianconero. E Conte sa bene quanto l’entusiasmo e la passione dei napoletani saranno un fattore determinante in questa stagione. Lui ha riportato fiducia nell’ambiente e credibilità al progetto. È stato accolto da re prima ancora di poter dimostrare il suo valore. E per questo si sente in debito.
Intanto, l’impatto del Maradona si è già fatto sentire, trascinando la squadra alla rimonta contro il Parma, nel clamoroso ribaltone nel recupero. Prima, Conte aveva strapazzato il Bologna (3-0), festeggiando e arringando come solo lui sa fare. Sì, il Napoli c’è e Antonio è tornato a essere leader assoluto. Il cammino sarà lungo e complicato, ma guai a porre limiti all’effetto Conte sul campionato. Lo dice la storia di Antonio allenatore: quando va in fuga, diventa difficile per gli altri stargli dietro e gestire la pressione.
Conte, bravo De Laurentiis a non fidarsi delle voci che lo davano in fase calante (Gazzetta)
Scrive la Gazzetta dello Sport con Sebastiano Vernazza:
Antonio Conte è sempre lui. (…) L’altra sera, a Torino contro la Juve, Conte ha dimostrato una volta di più di essere un grande allenatore.
Bravo Aurelio De Laurentiis a credere in Conte, a non fidarsi delle voci su un allenatore in fase calante. Gli è costato un po’ caro, perché Conte sul mercato è esigente, però lo 0-0 di Torino ha detto che il Napoli può correre per lo scudetto, dato il quadro di estrema incertezza. Non c’è una squadra dominante, non ancora. Oggi il Napoli è davanti alla Juve, all’Inter e al Milan, secondo assieme all’Udinese dietro al Torino capolista.
E Conte è un cacciatore di campionati: da allenatore ne ha vinti cinque, tre con la Juve e uno con l’Inter in Italia, più la la Premier League conquistata con il Chelsea. Conte sa come si fa e forse qualcuno, all’Italia e all’estero, rimpiange di non averlo preso. Il pacchetto Conte è complesso, contiene malumori e lamentele fisiologiche, ma l’ossessione di questo tecnico per il lavoro e per la vittoria è una garanzia di classifica d’alto livello.