ilNapolista

Gli ultras d’oggi: gestiscono affari, potere, si intromettono nella gestione dei club (Repubblica)

“Dicono la loro sul calciomercato e sulla squadra come se sedessero nel cda del club; processano e puniscono i “loro” calciatori; stringono patti e alleanze”

Gli ultras d’oggi: gestiscono affari, potere, si intromettono nella gestione dei club (Repubblica)
Mg Milano 26/10/2022 - Champions League / Inter-Viktoria Plzen / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: tifosi Inter

Gli ultras nel 2024 sono come degli influencer e si muovono da imprenditori. Non si limitano più a comandare i loro piccoli eserciti, ma pretendono di entrare anche nel merito dell’organizzazione calcistica del proprio club.

Scrive Paolo Berizzi su “Repubblica“:

Qualcuno si è portato i segreti nella tomba, qualcun altro li custodisce dietro le sbarre. Alcuni sono diventati “personaggi”, tra film e libri autobiografici. Altri pensano semplicemente a fare quello che gli riesce meglio e che fanno da anni: gestire il potere. E, in molti casi, spremere soldi. Speculando sul tifo. Tenendo in mano i settori più caldi degli stadi (anche a distanza, perché la maggior parte sono “daspati”), imponendo la loro leadership su migliaia di tifosi. Eredi di una tradizione nata in Italia tra la fine degli anni ’60 e i primi ’70 del secolo scorso, nel 2024 i capi ultrà stanno sui social come veri influencer e si muovono da imprenditori: sfoggiano auto di lusso, marchi, vezzi mutuati dai loro beniamini, i calciatori. 

Gli ultras non si limitano più a comandare le curve

Da Milano a Roma, da Napoli a Torino i signori del tifo non si limitano più a comandare i loro piccoli eserciti e a ottenere rendite su tutto ciò che ruota intorno alla gestione — spesso opaca — di una curva trasformata in una specie di feudo. Vanno oltre. Dicono la loro sul calciomercato e sulla squadra come se sedessero nel cda del club; processano e puniscono i “loro” calciatori; stringono patti e alleanze trasversali — persino coi rivali — per fare business. Una vita su due livelli: di “lotta” e di “governo”.

Per assonanza la prima storia che viene in mente dopo l’omicidio del capo ultrà ‘ndranghetista Totò Bellocco è quella di “Diabolik” o “Diablo”: Fabrizio Piscitelli. Il capo degli Irriducibili laziali freddato con un colpo di pistola alla testa il 7 agosto 2019 su una panchina del Parco degli Acquedotti a Roma. Governare una curva al neofascista Piscitelli non bastava: vicino a Michele Senese e a Massimo Carminati, si era messo nel narcotraffico, comandava la “batteria di Ponte Milvio”; ed è per un regolamento di conti che Raul Esteban Calderon lo fa fuori. 

ilnapolista © riproduzione riservata