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De Laurentiis: «Il campionato non è un copione scritto. Siamo in venti, ci vuole cazzimma»

Da Dimaro: «Contento di questo ritiro? Ho iniziato, anzi i miei collaboratori hanno iniziato una bella risemina. Nel calcio chi arriva secondo sembra sempre un fesso»

De Laurentiis: «Il campionato non è un copione scritto. Siamo in venti, ci vuole cazzimma»
Db Riyad (Arabia Saudita) 18/01/2024 - Supercoppa Italiana / Napoli-Fiorentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, dal ritiro di Dimaro, è intervenuto a sorpresa ai microfoni dei cronisti presenti:

«L’entusiasmo dei napoletani non è una novità. Le stagioni sono tutte difficili e poi, sai cosa c’è di nuovo, che ogni tanto arriva la noia come dice una canzone. Ogni tanto bisogna fare la risemina e c’è la paura di come germoglierà il campo. È un copione mai scritto. Nel calcio chi arriva secondo sembra sempre un fesso. Ma siamo in venti a fare il campionato, che ci sono diciannove fessi e solo uno è bravissimo. Tutti devono competere, ma ci devono mettere la cazzimma. Contento di questo ritiro? Ho iniziato, anzi i miei collaboratori hanno iniziato una bella risemina».


Video X di Napoli Magazine.

Se De Laurentiis lascia la scena a Conte, vuol dire che qualcosa è davvero cambiato (Corsera)

Se De Laurentiis lascia la scena a Conte vuol dire che qualcosa è davvero cambiato. Lo scrive il Corriere della Sera con Monica Scozzafava.

Se il protagonista della scena madre non è più «lui» ma «l’altro», qualcosa è veramente cambiato. Un buon inizio o comunque un nuovo inizio: il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis siede accanto ad Antonio Conte sul palco del Teatrino di Corte di Palazzo Reale, lo ascolta, sorride, gli lascia spazio e tempo: per un’ora e tre quarti riflettori puntati solo sul nuovo allenatore.

Conte ha tante cose da dire, senza inutili diplomazie: pochi fronzoli, tanta emozione, soprattutto all’inizio, quando riceve applausi senza che neanche abbia cominciato a parlare. Impeccabile in abito blu e camicia bianca, risalta il volto abbronzato. Sguardo acceso. «Sono un manager e voglio avere voce in capitolo, non sono venuto a Napoli per fare la statuina sul presepe, il presidente questo lo sa». De Laurentiis lo guarda compiaciuto, si limita ad aggiungere: «L’ho scelto proprio per questo, Antonio fa impresa».

Quattrocento gli invitati a quello che senza alcun dubbio è un evento — in prima fila il sindaco Manfredi, il presidente della Regione De Luca, il capo degli Industriali Iannotti Pecci — per la città che dopo la sbornia scudetto si è risvegliata mortificata dal decimo posto in classifica: tutto in pochi mesi.

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