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Vieri: «Scamacca ha fatto meno di quel che poteva. Non ha niente di me»

Alla Gazzetta parla benissimo di Dovbyk: «Grande fisico, potente, ma quando serve sa come “uscire”, come diventare un centravanti di movimento».

Vieri: «Scamacca ha fatto meno di quel che poteva. Non ha niente di me»
Db Bologna 04/06/2022 - Nations League / Italia-Germania / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gianluca Scamacca

L’ex attaccante della Nazionale italiana Bobo Vieri ha parlato alla Gazzetta dello Sport dei grandi numeri 9 dell’Europeo 2024, tra cui Gianluca Scamacca.

Vieri: «Scamacca dà l’idea di dover fare di più, ha fatto meno di quel che poteva»

Il nostro centravanti di oggi, Scamacca, ha qualcosa di Vieri?

«Niente, secondo me. Totalmente diversi per caratteristiche».

Lui ha detto: «Sono il primo ad entrare e l’ultimo ad uscire da Zingonia». Tolga Zingonia, ci metta Pinetina, ed è quello che diceva lei: simili almeno in questo?

«Lo dicevo perché i giornalisti sparavano cazzate sulla mia vita notturna: non c’erano i social, oggi saprei come difendermi. Comunque se vuoi diventare il più bravo, ti devi allenare più di tutti per migliorare in tutto: se lui dice così, gli credo. A volte dà l’idea di dover fare di più, non so se chiamarla pigrizia. Luciano [Spalletti] ha solo cercato di tirargli fuori di più: a volte gli allenatori cercano di dare una scossa, toccando certe corde. Tranne che nella parte finale della stagione, ha fatto meno di quello che poteva. Uno così deve fare per tutto l’anno quello che ha fatto negli ultimi tre mesi: ovvero quasi sempre gol. Deve essere sempre così presente, perché ha tutto per essere un grande centravanti».

Che ci dice di Kane?

«L’unico attaccante inglese che non è inglese: grande tecnica, meno forte fisicamente ma è sempre dentro il gioco. Un nove che è anche un dieci. Forse gli è mancata anche un po’ di fortuna, fatto sta che non ha vinto un trofeo, con i club o con la nazionale. Sperava di riuscirci con il Bayern: ora è lì che non vede l’ora di afferrarlo».

E Lewandowski?

«Più che altro si è infortunato, vediamo per quando recupera. A 35 anni ci sta di segnare meno, che lo si veda meno sui 90’: la qualità resta. E ci sta che con la Polonia fatichi di più: da soli non si basta mai, infatti Haaland l’Europeo lo vede in tv. In nazionale Lewa fa quello che può, chi sa di calcio lo capisce».

Giroud ha 37 anni…

«Lui è il centravanti che fa giocare i compagni di un attacco devastante. Segna meno di altri, fa più di altri per la squadra: la fa salire, respirare, quel suo lavoro non manca mai».

Lei fu Pichichi nel 1998, in Spagna lo è appena stato Dovbyk, un ucraino:

«Grande fisico, potente, ma quando serve sa come “uscire”, come diventare un centravanti di movimento. E non ditemi che fare 25 gol è più facile in Spagna che in altri campionati: non è vero. Piuttosto: è più difficile essere capocannoniere giocando nel Girona, no?»

La Spagna cambia, ma Morata c’è sempre:

«Perché ha qualità particolari e garantisce sempre i suoi gol: anche quest’anno la sua ventina. La Spagna secondo me manca un po’ in attacco: abituati al falso nove, oggi non hanno un vero bomber. Per questo Morata rappresenta l’affidabilità, ma non so se potrà bastare».

Lukaku può bastare al Belgio?

«Stagione passata non brillantissima. Se allenato bene è devastante, ma dico se, appunto: quando non è in forma, perde velocità, e per lui è tanto. Bisognerà vedere anche come gli giocherà intorno il Belgio, in questo momento di trapasso».

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