L’ad della Serie A: «dovremo dimostrare di aver impianti adeguati. È il momento per dimostrare che siamo un sistema compatto».
L’ad della Serie A Luigi De Siervo è intervenuto al Festival del maggiore campionato italiano, dove ha parlato della questione stadi. Ricordiamo che l’Italia ospiterà, insieme alla Turchia, gli Europei 2032.
De Siervo: «Stadi? Il problema parte dalla burocrazia dell’Italia»
Le sue dichiarazioni:
«I nostri stadi dovranno essere adeguati entro il temine ultimo di ottobre 2026, altrimenti c’è il rischio che la parte di Euro 2032 ci venga ritirata. Rappresenta una sfida che non possiamo permetterci: è l’ultima chiamata. A ottobre 2026 la Uefa farà le proprie verifiche e dovremo dimostrare di aver impianti adeguati. È questo il momento per dimostrare che siamo un sistema compatto. Non si possono fare le infrastrutture solo per i grandi eventi, ma farlo sempre con metodo. Tante squadre di Serie B non investono sui propri stadi – magari anche per scaramanzia – e poi quando vengono promosse in A creano problemi perché devono andare a giocare le prime gare in altri impianti».
E ancora:
«Devo ringraziare Abodi, che sta dando sostegno e spinta. Non vogliamo attribuire colpe a qualcuno, ma vogliamo stringere. Non stiamo aggredendo o attaccando nessuno ma siamo davvero alla campanella dell’ultimo giro. Ci sono le risorse, dobbiamo tutti farci carico delle responsabilità sapendo che non ci sarà extratime. Il problema è strutturale nel Paese, a partire dalla burocrazia. Como e Venezia sono stadi in posti bellissimi ma che oggi non possono ospitare le partite di Serie A».
L’ad della Serie A ha parlato anche del massimo campionato italiano
«La Serie A ha il grande vantaggio di essere una grande competizione, la prima in Europa se la analizziamo dal punto di vista di chi vince. Vincono più soggetti diversi, quindi siamo un campionato più interessante degli altri. Quest’anno c’è stato un altro racconto bellissimo, per come si è svolta la Serie A o per come si è concluso per esempio il cammino dell’Atalanta, che ha battuto un soggetto che aveva dato 17 punti in classifica alla finalista di Champions e 27 al Bayern. Il nostro è un campionato dove festeggiano non solo grandi città e grandi club, ma anche grandi piazze e campanili che si sentono parte integrante di questa festa».