La giustizia sportiva italiana si conferma inesistente, altro provvedimento all’acqua di rose. Ai calciatori tutto è consentito
Caso Mancini, è arrivata la decisione del giudice sportivo. Il difensore della Roma verrà punito con un’ammenda di cinquemila euro. Dopo quella di Acerbi, un’altra sentenza all’acqua di rose della giustizia sportiva che di fatto non esiste, è una sorta di barzelletta. Confermato il principio che ai calciatori è tutto consentito. Per il Giudice Sportivo la bandiera offensiva sbandierata da Mancini al termine del derby vale esattamente come l’ammenda comminata al Napoli “per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, lanciato un fumogeno sul terreno di giuoco, due fumogeni e due bottigliette nel recinto di giuoco”.
Il comunicato del giudice sportivo
La nota del giudice riportata dal “Corriere dello Sport“:
Il Giudice Sportivo ricevuta dalla Procura federale la documentazione richiesta da questo Giudice con C.U. n. 206 pubblicato in data odierna, comprensivamente degli atti dell’indagine aperta d’ufficio sugli eventi del post-gara e in particolare relativi al comportamento del calciatore Gianluca Mancini (Soc. Roma); delibera di sanzionare il calciatore Gianluca Mancini (Soc. Roma) con l’ammenda di € 5.000,00 per avere sventolato un vessillo offensivo nei confronti della tifoseria della squadra avversaria durante i festeggiamenti post-gara sotto la propria curva. Il Giudice Sportivo: dott. Gerardo Mastrandrea.
Mancini, da dove nasce l’indagine della Procura Federale
Il derby della Capitale va alla Roma. L’1-0 siglato da Mancini basta alla squadra di De Rossi per battere la Lazio di Tudor e conquistare i tre punti fondamentali in ottica Champions. Come ogni derby tra Roma e Lazio che si rispetti, le polemica è la protagonista. La giornata era iniziata con la violenza degli ultras e si conclude con le critiche a Mancini per i festeggiamenti sotto la Curva.
Al termine della partita tutti i giallorossi, con Mancini davanti a tutti, sono andati sotto la Curva con una bandiera della Lazio su cui si distingueva il simbolo di un topo. L’associazione è presto fatta. Ovviamente i tifosi della Lazio non l’hanno presa benissimo e con loro diversi commentatori che su Twitter (X) hanno espresso il loro dissenso.
“Non volevo offendere nessuno, ho esultato con i miei tifosi e un po’ di goliardia ci può stare. Sono partite intense, ho preso la prima bandiera che mi hanno dato però sono cose che finiscono nei festeggiamenti senza mancare di rispetto a nessuno. Chiedo scusa, ma ero molto felice di festeggiare con i miei tifosi”, sono state le parole del calciatore della Roma ai canali ufficiali giallorossi subito dopo. Ma non ci sono solo le polemiche social perché adesso Mancini potrebbe essere multato o squalificato, in quest’ultimo caso anche subito se l’arbitro ha visto quanto accaduto scrivendo tutto nel referto. Se non fosse così, la Procura federale ha aperto un’indagine valutandola in base all’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva che fa riferimento al dovere di tenere una condotta generale rigorosamente ispirata “ai principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva”. Il procuratore Chiné ha già acquisito i video dell’episodio: l’accusa è quella di violazione dell’art. 4 del codice di giustizia sportiva.