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Blatter racconta la sua pre-morte: «Gli angeli mi dicevano “ora devi morire, ti aspettano in paradiso”»

Al Telegraph: “Non ho rimpianti per quello che ho fatto e soprattutto nessun rimpianto per quello che non ho fatto”

Blatter racconta la sua pre-morte: «Gli angeli mi dicevano “ora devi morire, ti aspettano in paradiso”»
Db Rio de Janeiro (Brasile) 22/06/2014 - Mondiali di calcio Brasile 2014 / Belgio-Russia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Joseph Blatter

Sepp Blatter è in tour promozionale per la sua nuova autobiografia, “Overtime”. Ha appena compiuto 88 anni, è stato il capo incontrastato della Fifa per 17 anni, prima di decadere tra processi e scandali. Intervistato dal Telegraph racconta persino la sua esperienza di pre-morte, dopo un’operazione al cuore e una settimana di coma indotto. “Ho avuto delle allucinazioni. Ho visto che gli angeli volevano portarmi via. E io dicevo no, non sono pronto per partire. Ero in coma, e c’erano due adorabili signore vestite di bianco che si prendevano cura di me e avevo un apparato per respirare. Ma nel mio sogno – o, a quel tempo, nella mia realtà – c’erano gli angeli. Hanno detto: devi venire. Devi morire adesso. Ti aspettano in paradiso. Ci sono voluti più di tre mesi solo per rendermi conto che ero ancora vivo”.

Dopo aver ripreso conoscenza, racconta di essere stato inizialmente immobile e di aver perso la parola, poi ritrovata solo nel dialetto del suo paese natale vallesano. Non è la prima volta che Blatter dice di essere stato molto vicino alla morte. Nel novembre 2015 disse al canale televisivo svizzero Rts di essere collassato mentre visitava la tomba dei suoi genitori: “Ero tra gli angeli che cantavano e il diavolo con il fuoco. Ma erano gli angeli a cantare”.

Blatter ormai è un fiume in piena. Sospettare che coloro che perseguono un’azione penale contro di lui in Svizzera – inclusa la stessa Fifa – contano sul fatto che alla fine morirà prima del nuovo processo. “Gli americani sono dei pessimi perdenti”, dice Blatter riferendosi ai suoi processi negli Usa. Ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento personale nel pagamento o nell’accettazione di tangenti.

Riflettendo ora sui suoi 42 anni alla Fifa e sul fatto che sia rimasto aggrappato al potere per troppo tempo, dice: “Diciamo che non ho rimpianti per quello che ho fatto e soprattutto nessun rimpianto per quello che non ho fatto. Non mi manca la presidenza. Vivo ancora adesso per il calcio perché non posso dimenticare il calcio. Sono stato 42 anni nella Fifa ma sono consapevole di essere fuori dal gioco. Fuori dal gioco fisicamente. Ma sono ancora nel gioco, che era la mia passione e la mia missione. Ero come un missionario. E un missionario non si arrende mai”.

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