A Libero: «Era un esempio di educazione e disponibilità, forse il meno tedesco dei tedeschi che hanno giocato in Italia».
Aldo Serena ricorda Andy Brehme, ex calciatore tedesco scomparso ieri per un arresto cardiaco. L’intervista a Libero.
Un campione che non si atteggiava anche con i tifosi?
«Soprattutto. Andy era un esempio di educazione e disponibilità. L’egocentrismo che ho visto in tanti giocatori diventati campioni del mondo, e lui il mondiale lo vinse proprio nel 1990 con la Germania, era un difetto sconosciuto. Tuttora era una festa quando ci vedevamo. Ogni anno nostro presidente Ernesto Pellegrini organizza una cena ed Brehme non mancava mai. Era un interista dentro».
Forse è stato il tedesco meno tedesco e più italiano tra i tanti calciatori arrivati dalla Germania?
«Sì. Anche perché lui era innamorato del Bel Paese a tal punto da acquistare una bella casa a Bardolino del Garda, dove trascorreva lunghi periodi».
Tatticamente era anni avanti nel suo ruolo?
«Era la sua intelligenza a portarlo a eccellere. Se intuiva che il binario di sinistra era intasato dagli avversari, tagliava il campo con passaggi millimetrici».
Un suo limite, calcisticamente parlando?
«Non ne aveva. Non era velocissimo ma sopperiva a questo con una furbizia tattica da vero campione».
Con l’Inter, a parte quello scudetto dei record, il tedesco ha vinto anche una Supercoppa e una Coppa Uefa prima di trasferirsi al Real Saragozza. Cosa ricorda di quel periodo?
«Tutto. Un 6-0 al Bologna ma anche il primo giorno di ritiro a Varese. Lui e Matthaus mi chiamarono nella stanza dell’albergo dove alloggiavamo e dissero: Aldo, chiudi la porta. Dentro l’armadio dei vestiti notai una serie impressionante di scatoloni con lattine di birra. Ne aprimmo tre e brindammo a quella che sarebbe stata un’annata storica per l’Inter».
Il Mondiale vinto contro l’Argentina nel 1990?
«Amava ripetere di come aveva beffato l’Argentina nella finale di Roma, quando venne assegnato un rigore assai dubbio alla Germania. Beffò, quella sera a Roma, la grande Argentina e Diego Armando Maradona. Riuscì a far piangere il Pibe. Ma sono sicuro che, sensibile come era, quando rivide tempo dopo il filmato con Diego in lacrime, abbia provato tristezza».