Le ottime cose fatte con Sarri e Spalletti gli danno credito; a patto però che rivendichi con forza dinanzi allo spogliatoio la propria autonomia.
L’idea Calzona è nostalgica ma può funzionare
Quando la regia del cinepanettone passò dai fratelli Vanzina prima, ad Enrico Oldoini poi, ed infine a Neri Parenti incassi al botteghino ed appeal non ne risentirono. Fino agli anni dieci del nuovo millennio lo schema pecoreccio del cinepanettone ha sempre funzionato. Successivamente il politicamente corretto ed il crescente wokismo hanno reso i cinepanettoni simbolo di un’Italia che non esiste più, se non nei ricordi di chi l’ha vissuta.
Fedele al suo passato, incapace di programmare realmente una rivoluzione, Aurelio De Laurentiis ha scelto il nuovo allenatore per il Napoli: Francesco Calzona. Una scelta non emergenziale, che potrebbe essere anche futuribile. Ma nella testa di Adl continua l’indecisione. Continua la navigazione a vista, sperando di essere scelti da un comandante che la nave del Napoli non vuole comandarla.
Calzona è la scelta di un presidente che affronta il futuro sempre con la stessa idea. Tramontati i cinepanettoni De Laurentiis si è dedicato sempre di più al Napoli…
L’idea Calzona è nostalgica, ma può funzionare. Rimane una scelta dettata da paura del futuro ed amarcord. Non è un’idea coraggiosa adesso. Lo sarebbe stata a giugno.
La sua presidenza non tornerà ad essere quella di prima. Non sono gli allenatori a fare i presidenti. Ma il contrario. La scelta Mazzarri avrebbe dovuto insegnare.
De Laurentiis è stanco. Il campionato vinto ha messo a dura prova la struttura societaria. L’abito indossato nel post scudetto ha messo in risalto le evidenti pecche di una gestione, che se da snella diventa anoressica, finisce con essere controproducente.
Non gioisce del tutto Antonio Conte, stalkerato infruttuosamente da De Laurentiis per quasi un anno da dopo lo 0-4 del 2 aprile 2023. Il contratto di quattro mesi lascia aperte le porte per qualsiasi avvenimento. Ma il Napoli non è dimensionato a Conte. Conte è sovradimensionato al Napoli.
Calzona non avrà certamente un compito facile. Prima di tutto c’è uno spogliatoio da ricostruire.
La gestione molto permissiva per Osimhen ha fatto sorgere più di qualche mugugno. L’unico che non ne risente è Kvara, refrattario a qualsivoglia ribaltone. Campione vero, con il fiero coraggio dell’eroe.
Calzona dovrà lavorare molto.
La squadra è stata distrutta dalle continue ingerenze presidenziali, le quali hanno svuotato la figura degli allenatori avvicendatisi, non rendendo mai operativo Meluso. Nella scelta di Calzona, come successo con Mazzarri, Meluso non ha toccato palla. Il diesse viene interpellato soltanto per riferire sulla crescita di Sinicropi e poco altro.
Le ottime cose fatte con Sarri e Spalletti gli danno credito; a patto però che rivendichi con forza dinanzi allo spogliatoio la propria autonomia. Magari compiendo gesti forti come fece Spalletti, cacciando il presidente dallo spogliatoio. Non deroghi, altrimenti sarà tutto inutile.
A ciascuno il proprio ruolo.
Né Garcia tantomeno Mazzarri hanno trovato il coraggio di imporsi, per questo hanno fallito. Entrambi hanno derogato alla sacralità dello spogliatoio. Nello spogliatoio si esercita la legge degli uomini. È nello spogliatoio che nascono le grandi squadre. Nessuna squadra si allena da sola. Solo chi si affida a Transfermarkt può pensare una cosa del genere.