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Osimhen, i rimpianti di De Laurentiis per aver detto no in estate ai 150 milioni del Psg (Corsport)

Dallo scudetto in poi, Victor s’è trasformato in un caso ricorrente, un conflitto intestino logorante che ha avuto un peso in questa stagione

Osimhen, i rimpianti di De Laurentiis per aver detto no in estate ai 150 milioni del Psg (Corsport)
Nigeria's forward #9 Victor Osimhen (R) cools off during the Africa Cup of Nations (CAN) 2024 group A football match between Ivory Coast and Nigeria at the Alassane Ouattara Olympic Stadium in Ebimpe, Abidjan, on January 18, 2024. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

Osimhen, i rimpianti di De Laurentiis per aver detto no in estate ai 150 milioni del Psg. Lo scrive il Corriere dello Sport con Antonio Giordano.

Dallo scudetto in poi, Osimhen s’è trasformato in un caso ricorrente, un conflitto intestino logorante che ha avuto un peso in quest’avvio di stagione, insospettabile per una squadra che l’anno scorso ha dominato (e demolito) il campionato pure con i suoi 26 gol.

Il rinnovo che è sinonimo di addio

Però, poi, è arrivata l’estate, un’offerta del Psg rimasta nella penombra, centocinquanta milioni di euro che adesso rappresentano un oceano di rimpianti, un braccio di ferro per il rinnovo che ha avuto bisogno di una dozzina di appuntamenti, prima della firma del 23 dicembre, la clausola da 130 milioni e le dichiarazioni sul futuro, ormai orientato da Osimhen («Ho già chiaro il piano, so cosa voglio fare, ho già preso la mia decisione sul prossimo step da compiere e so che molti associano il mio nome alla Premier, uno dei campionato più belli del mondo») e legittimato dalla pubblica ammissione di De Laurentiis («Sapevamo già dalla scorsa estate che Osimhen sarebbe andato al Paris Saint Germain, al Real Madrid o in Inghilterra»).

Il Napoli doveva vendere Osimhen e ricostruire (Libero)

Il Napoli non si è reso conto che il mondo va avanti veloce ed è iper-competitivo e che l’autocelebrazione diventa tempo perso rispetto alla concorrenza. Osimhen rappresenta l’incapacità di alimentare il successo. Il Napoli avrebbe dovuto venderlo nel picco della carriera, quando sembrava un sacrilegio. Questo fanno i grandi dirigenti: ragionano con la mente e non con il cuore. Sarebbe arrivata una quantità enorme di denaro da reinvestire nella rosa e, magari, anche nell’allenatore. Tra problemi fisici irrisolti e gol che non arrivano nemmeno in Nazionale (solo uno in Coppa d’Africa), il valore di Osimhen è in picchiata e la sua cessione in estate già annunciata non agevola: ovvio che le offerte saranno al ribasso rispetto al post-scudetto.

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