È in uscita il suo documentario. A Relevo: «In tanti mi hanno parlato di come sia cambiata la loro vita grazie a lui. Era un uomo molto umile».
La figlia di Diego Armando Maradona, Dalma, ha rilasciato un’intervista a Relevo sul documentario “La hija de Dios” (“La figlia di Dio”) dedicato a suo padre; sarà disponibile sulla piattaforma streaming Hbo Max da martedì 6 febbraio.
Perché questo documentario, Dalma?
«Una persona mi ha chiamato e mi ha detto che gli era stato chiesto di fare un documentario su mio padre. Ma tutto quello che era venuto fuori erano cose già dette, quindi ha insistito sul fatto che il mio punto di vista poteva essere diverso. So chi era mio padre, la sua figura nel mondo, ma ho sempre avuto una vita molto normale. Con tutte le persone con cui ho chiacchierato nel documentario, nessuno di loro mi ha parlato di mio padre come calciatore, ma di come le loro vite sono cambiate grazie a lui. Questo mi ha reso molto orgogliosa».
Sei consapevole di quanto sia importante la figura di tuo padre nel mondo?
«Quando ho capito chi era per gli altri è stato uno shock molto grande, perché mi accompagnava normalmente a scuola, a una festa di compleanno, a teatro, e ad un certo punto ho iniziato a essere consapevole di ciò che stava accadendo. Andavamo a fare shopping, e improvvisamente la gente ci assaliva. Non capivo nulla, anzi, ero sempre molto gelosa. Pensavo “è mio padre, perché devo condividerlo con voi che non vi conosco?”. Le persone continuano a mandarmi video che non ho mai visto prima. Ed è di questo che parla il documentario, video inediti dove mostrare come è stato a casa con noi. Quella che viene fuori di meno è mia madre perché era quella che registrava sempre, ecco perché la regista del documentario, Lorena Muñoz, dice che la vera regista è in realtà mia madre».
Maradona, il rapporto con sua figlia Dalma:
Com’era tuo padre con te? Com’era il vostro rapporto?
«Non ho mai parlato del mio rapporto con lui. Mi ha sempre dato molta fiducia, parlavamo molto, gli dicevo quello che non mi piaceva, non avevamo scrupoli nel dirci determinate cose. Molte volte ha avuto la grandezza di dire: “Avevi ragione su questo o avevo torto su quello”. Era un papà molto amorevole, attento, molto divertente, avevamo in comune lo stesso senso dell’umorismo, sono cose che mi mancano oggi. Abbiamo condiviso gli insegnamenti per combattere per ciò che vuoi, fare ciò che ami e non preoccuparci di ciò che pensano gli altri. Sono abbastanza simile a mio padre, anche se sono più misurata di lui».
Qual è la più grande lezione che tuo padre ti ha lasciato?
«Grazie a lui ho capito il bene e il male. La gente potrebbe pensare che la mia infanzia sarebbe potuta essere difficile e invece è stata molto semplice, normale. Ci ha raccontato da dove veniva, che era una realtà molto diversa da quella di mia sorella e mia. Mio padre ci ha detto che le sue origini erano la cosa più importante e che le partite più importanti e belle le ha giocate sul piccolo campo del suo paese. Pur essendo quello che è, era allo stesso tempo la persona più umile del mondo».