Ceferin vuole cambiare lo statuto per ricandidarsi. “Gli ho espresso il mio dissenso, mi ha risposto che non c’è nessun problema legale, etico o morale”.
Zvominir Boban si è dimesso dal ruolo di “capo del calcio” (Head of Football) della Uefa. Come riportato da L’Equipe:
“Rimprovera ad Aleksander Ceferin di voler cambiare lo statuto per candidarsi a un nuovo mandato e di aver “voltato le spalle ai valori” che aveva difeso durante la sua elezione nel 2016. Il presidente Uefa ritiene che non ci siano ostacoli legali ai cambiamenti che sta proponendo, né alcun problema etico o morale, e desidera portare avanti il suo approccio per promuovere le sue aspirazioni personali. Boban rimprovera, soprattutto, Ceferin, di non voler più essere il presidente che aveva promesso di essere, e che aveva incarnato il cambiamento durante la sua elezione nel 2016”.
Per spiegare la sua scelta, Boban ha scritto una lettera:
“Ho parlato e discusso con il presidente della Uefa riguardo ad un problema nato durante l’ultimo meeting dell’Esecutivo ad Amburgo. Si tratta di una proposta al Congresso di febbraio prossimo, per modificare lo statuto e consentire allo stesso presidente di potersi candidare nuovamente dopo questo mandato che doveva essere il suo ultimo. Dopo aver manifestato la mia più grande preoccupazione e il mio totale dissenso, il presidente mi ha risposto che per lui non c’è nessun problema legale né tantomeno etico o morale. Paradossalmente nel 2017 è stato proprio Ceferin a proporre e avviare un pacchetto di riforme che negavano chiaramente tale possibilità: regole che dovevano proteggere la Uefa e il calcio europeo dalla “bad governance”, per anni il “modus operandi “di tutto il vecchio sistema.
È stata una cosa straordinaria per il calcio e anche per Ceferin stesso. Questo distacco da quei valori cancellando le riforme più importanti e sorprendente ed è incomprensibile, soprattutto in questo momento. Capisco bene che nulla è ideale, tantomeno io, e so bene che bisogna accettare la logica del compromesso, ma di fronte a questo fatto, se lo accettassi, andrei contro i principi e i valori comuni in cui credo fermamente. E non faccio il fenomeno, perché di certo non sono l’unico a pensarla così. In questi tre anni il rapporto e la collaborazione con Aleksander e con tutti i colleghi in Uefa è stata ottima. Li ringrazio per questo augurando loro tutto il bene possibile. Dispiace tanto ma, a malincuore, lascio la Uefa”.