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Maignan ha ragione: non è cambiato nulla, neanche dopo il protocollo firmato da Casini (The Athletic)

Firmò lo scorso anno un protocollo d’intesa con l’ufficio nazionale antirazzista del governo per combattere le discriminazioni. Ma a cosa è servito?

Maignan ha ragione: non è cambiato nulla, neanche dopo il protocollo firmato da Casini (The Athletic)
Mg Bologna 21/08/2023 - campionato di calcio serie A / Bologna-Milan / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Mike Maignan

Lo scorso sabato il portiere del Milan Mike Maignan è stato vittima di insulti razzisti a Udine. The Athletic ne scrive a proposito:

Mike Maignan ha tolto i guanti e ha camminato lungo il tunnel al Blue energy Stadium. Non aveva intenzione di tornare in campo. Ha giocato in Italia per due stagioni e mezzo. Ogni anno è vittima di insulti razziali. In Sardegna, a Torino e, sabato sera, a Udine. Hanno letto un messaggio diffondendolo in tutta la struttura, chiedendo ai responsabili di farla finita. Ma è stato ignorato. Quando Maignan è andato a recuperare palla dietro la sua porta, è stato di nuovo insultato.

Quando è arrivato a bordo campo, i suoi compagni di squadra (che indossano la terza maglia del Milan, il cui design è parte degli sforzi del club per promuovere l’inclusività) si sono precipitati a sostenerlo. Zlatan Ibrahimovic gli ha detto di essere forte mentalmente. Lunedì sera, un 46enne è stato identificato come uno degli autori e l’Udinese ha fatto seguire una dichiarazione di condanna con la conferma che l’uomo non metterà mai più piede nello stadio. 

Gabriele Cioffi, allenatore dell’Udinese, può forse essere scusato per la sua decisione di parlare solo di calcio dopo la partita, ma avrebbe potuto seguire l’esempio di Ancelotti, che rifiutò di rispondere a qualsiasi domanda sul calcio quando Vinicius subì insulti a Valencia. Il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini ha firmato lo scorso anno un protocollo d’intesa con l’ufficio nazionale antirazzista del governo per promuovere l’uguaglianza e combattere le discriminazioni. Ma anche se ha ottenuto negli ultimi tempi una dedizione più seria all’argomento, chi può incolpare Maignan per aver pensato che “nulla è cambiato”?

Un estratto dell’analisi del Napolista su quanto accaduto:

Come al solito, in Italia da un giorno all’altro scopriamo l’acqua calda. Dopo una vita vissuta a minimizzare qualsiasi episodio di razzismo, nefandezze di ogni tipo, persino quando viene tirata in ballo Anna Frank, con multe che sono semplicemente ridicole (10mila euro sono ben pagati per qualsiasi atteggiamento schifoso negli stadi italiani), tutti fedeli all’unico mantra e cioè all’omertà.

Ricordiamo che furono tutti i presidenti di Serie A a battersi affinché venisse di fatto depenalizzato qualsiasi comportamento razzista negli stadi italiani. Razzista o territorialmente discriminatorio, termine che venne coniato per quelle bazzecole del tipo “Forza Vesuvio”.

Per fortuna ci ha pensato Maignan a sottrarsi a questo quadretto e a ricordare che se il calcio italiano versa in queste condizioni, è perché fin qui le istituzioni si sono sempre girate dall’altra parte. E lo ha detto forte e chiaro. Al momento, e per distacco, è il miglior dirigente che il calcio italiano possa avere. Mettiamo Maignan alla guida della Federcalcio. Subito. Riportiamo qui il suo programma di governo che ovviamente sottoscriviamo in toto.

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