A Libero: «Ieri ha vinto alla sua maniera. Mi inorgoglisce vedere tanti azzurri e azzurre fare bene».
L’ex campione di sci Gustav Thoeni ha parlato a Libero dopo la vittoria di Sofia Goggia nella discesa di Altenmark.
Lo sci azzurro del 2024:
«Sempre. Mi inorgoglisce vedere tanti azzurri e azzurre fare bene».
Il duo Goggia-Brignone comanda la nuova Valanga Rosa. Cosa pensa di loro?
«Il meglio possibile. Sofia è un treno quando aggredisce le porte come i maschi. Ieri ha vinto alla sua maniera».
Lei smise presto: come mai?
«Era un mondo dello sci diverso. Avevo già dato il meglio e alle Olimpiadi di Innsbruck del 1976 sciai non benissimo in gigante. Così mi dedicai alla famiglia».
La sua vittoria più da copertina?
«L’oro olimpico a Sapporo 1972. Vinsi lo slalom parallelo in Val Gardena che nel 1974 assegnava la coppa del mondo, ma non ho battuto Stenmark; resta il più grande slalomista di tutti i tempi».
Goggia è stata intervistata a Marca qualche giorno fa:
“Pretendo tantissimo da me stessa. E’ la mia forza e allo stesso tempo la mia debolezza. Ho sempre basato tutto sulla potenza, sulla forza, sullo slancio, dando tutto alla ricerca dell’obiettivo. Non sono mai stata uno sciatrice eccezionale, ma ho lavorato molto in quella direzione. Non amo letteralmente il rischio, ma lo vivo. Perché non lo vedo come tale. Lavoro da molto tempo con uno specialista in gestione delle emozioni”.
Parla dei suoi innumerevoli infortuni. “Da un lato mi hanno reso più forte. Ma d’altro canto mi hanno indebolito. Non posso dire di essere una persona sana. Provo dolore ogni giorno, è qualcosa con cui convivo. So di avere una buona forma fisica, ma so anche di essere fragile”.
L’idolo? “Lindsey Vonn. Il mio oro olimpico è pazzesco. Ma aver battuto Vonn! L’oro ha un valore enorme, ma lo è ancora di più perché ho battuto lei. Parliamo della tragedia greca, di Ettore e Achille. Erano eroi perché nella guerra di Troia combatterono l’uno contro l’altro. Erano i migliori. Avevano tutti valore, ma erano gli eroi, i protagonisti. Ed eravamo io e Lindsey. Shiffrin? Lei è un robot. Pazza. Una macchina da guerra. Un fenomeno della natura“.