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Pioli, due volte trionfatore al San Paolo, e quella Champions che ci ha “inutilmente” tolto

Stefano Pioli torna sul luogo del delitto: due anni fa, contro Benitez, ci “scippò” un preliminare di Champions e la finale di Coppa Italia.

Pioli, due volte trionfatore al San Paolo, e quella Champions che ci ha “inutilmente” tolto

Il Napolista “ricorda” Pioli

Quando in redazione, questa mattina, ci siamo chiesti se e come volessimo parlare del ritorno al San Paolo di Stefano Pioli, sono scappati gli improperi. Era roba a caldo, il bersaglio non era lui. O meglio: non ce l’avevamo con lui, ma con quello che lui ci aveva fatto. In quanto Napolisti, intesi come tifosi del Napoli e portatori di certi significati. No, non c’entra niente Benitez. Cioè sì, c’entra perché c’era lui sulla panchina azzurra quel 31 maggio 2015. Il discorso è più ampio, però, e riguarda il senso progettuale, il freno a cui Pioli e la sua Lazio hanno costretto il Napoli. Fu un 2-4 doloroso che valse la Champions ai biancocelesti, lo ricordiamo. Legittimo, chiaro, anche giusto per quello che si era visto nel corso dell’anno. Ma fu senza seguito, perché la Lazio, di quella Champions, non seppe farsene nulla.

Anche la Coppa Italia

Certo, sappiamo quello che state per dire. Anche noi, dodici mesi prima, sbagliammo questa valutazione. La Champions persa a Bilbao fa il paio con quella persa dalla Lazio a Leverkusen, né più né meno. Però, poi, come dire: il nostro post è stato parecchio interessante, abbiamo recuperato un anno e forse (ma forse, chissà) un altro tentativo al preliminare sarebbe stato approcciato e gestito diversamente. Invece la Lazio sta rinsavendo solo ora, che Pioli è stato mandato via ed è ora finito all’Inter, a cercare di rendere governabile il luogo calcistico più ingovernabile d’Italia.

Nella stessa conversazione di redazione, ci siamo ricordati della Coppa Italia. Fu ancora Pioli, sempre al San Paolo, a farci quell’altro sgarbo. Fu una partita strana pure quella, valeva una finale ma Napoli era troppo genuflessa alle sue tensioni per accorgersene. Segnò Lulic, poco dopo Insigne ci aveva praticamente portato ai supplementari. Fu ancora Lulic a toglierla dalla porta. Ci siamo detti che, contro la Juventus 2015, avremmo di certo perso la finale di Roma. Non avremmo avuto scampo. Però. data che poi l’ha effettivamente persa anche la Lazio, a quel punto ci andavamo noi, a fare da sparring (pure per la successiva Supercoppa). Maledetto Pioli.

Il battesimo

Pioli torna al San Paolo dopo che ci ha corso per esultare due volte, meritatamente, dopo una vittoria importante. In entrambe le occasioni, si può dire tranquillamente che in quel momento fosse la più importante della sua carriera d’allenatore. La prima finale raggiunta, il primo accesso a una grande manifestazione europea. Tutta roba che succedeva per la prima volta e noi eravamo quelli fregati. Abbiamo battezzato Pioli a entrambi i successi, dovrebbe essercene riconoscente.

Ora è un tecnico adulto

Scherzi a parte, al San Paolo questa sera arriva un allenatore maturo pienamente consapevole del suo compito, delle sue doti, del fatto che l’occasione grande così che Suning gli ha riservato (litigando con Mancini, scaricando ingiustamente de Boer) sia assolutamente meritata. Poi, a quanto pare, la sua è un po’ come la storia di Sarri: Pioli si è sempre dichiarato tifoso del Parma, ma anche interista. Come ha sempre detto il suo dirimpettaio di panchina di questa sera, nato a Napoli per caso e tifoso azzurro per un qualche motivo.

L’anno scorso, Sarri ebbe la meglio due volte su due. Al San Paolo, un 5-0 che ebbe un po’ il sapore dell’immediata vendetta; all’Olimpico, uno 0-2 durante la corsa in tandem con la Juventus. È passato del tempo, sono cambiate delle cose, nel frattempo. Pioli rappresenta ancora uno spauracchio, che dopo una stagione abbiamo imparato a scongiurare. A disinnescare, almeno nel suo potere “malvagio” di ladro di sogni e di stagioni. Sul campo, ci affidiamo all’anteprima tattica di Nicola Lo Conte per capire cos’è la sua Inter, cosa sta studiando alla Pinetina in questi primi approcci nerazzurri. Appuntamento a questa sera, per capirlo ancora meglio.

Come gioca l’Inter di Pioli: attacco devastante, grandi cali d’attenzione in difesa

 

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