Decisive per la conferma le telefonate che la società ha fatto in giornata ai giocatori più importanti, i leader. La decisione di Cardinale e Furlani
Pioli salvato dai calciatori del Milan: la società ha pensato di esonerarlo. Lo scrive la Gazzetta dello Sport.
Si segnalano turbolenze sul volo che ha riportato a casa il Milan da Salerno. Non è il vento, è la partita: Stefano Pioli ieri è stato in discussione come mai e il club è deluso, diciamo deluso e preoccupato. Una domanda ieri è rimbalzata tra gli smartphone dei milanisti: “cambiano allenatore?”. La risposta è arrivata nel pomeriggio, sancita da una telefonata tra Gerry Cardinale e Giorgio Furlani: no, non si cambia. Avanti con Pioli per Natale e chissà, potenzialmente fino a fine stagione (ma una stagione è lunga, il calcio cambia ogni tre giorni e… insomma, si è capito). Decisive per la conferma le telefonate che la società ha fatto in giornata ai giocatori più importanti, i leader. Molti, almeno la maggioranza, evidentemente hanno detto di essere ancora con Pioli.
Le valutazioni sull’esonero, evidentemente, ci sono state, messe per ora da parte per le risposte dei calciatori, le valutazioni di Cardinale, la difficoltà nel trovare un’alternativa top. Qualcosa però si è rotto e al momento è molto probabile che a fine stagione il Milan cambi guida, con un anno di anticipo sul contratto. Nomi ipotizzabili, molti.
Pioli lasciato da solo in tv a giustificare l’ennesima brutta figura del Milan (Repubblica)
Pioli lasciato da solo in tv a giustificare l’ennesima brutta figura del Milan. Lo scrive Repubblica con Enrico Currò che sottolinea come Ibrahimovic sia rimasto in silenzio nonostante la sua presenza a Salerno. Il Milan ha pareggiato in extremis contro l’ultima in classifica.
Per la serie una faccia è tutta un programma basta riguardare, nelle immagini replicate a ciclo continuo dal web, quella di Ibrahimovic in tribuna all’Arechi durante Salernitana-Milan, al debutto ufficiale in uno stadio nel ruolo di senior advisor, qualunque cosa la locuzione anglofona voglia dire. L’intabarrato ex campione, seduto accanto a un imbarazzato amministratore delegato Giorgio Furlani, ha l’aria di chi si chiede dov’è finito.
L’altalena dei risultati, che per ora non fa schiodare la squadra dal terzo posto più vicino al quarto e al quinto che ai primi due, ha anche un’evidente causa extracalcistica: la confusione al vertice della società. Gerry Cardinale, controllore ufficiale della maggioranza delle azioni del Milan, è un lontano timoniere d’Oltre Atlantico (pilota la nave dagli Usa, saltuari blitz italiani a parte), che con periodici comunicati o lettere (come quella natalizia, in cui ha consegnato ai tifosi uno scivoloso aforisma prima del mercato invernale: “coi soli soldi non si vince”), prova a glissare sulle voci sempre più insistenti del futuro passaggio di mano a una proprietà araba.